Sono in corso da questa mattina le operazioni di recupero del Vichingo II, il motopeschereccio affondato a causa del mare grosso lo scorso 27 agosto, a poche miglia dal porto canale del capoluogo adriatico. Quel naufragio costò la vita a Cristian Dell’Osa, pescatore e proprietario dell’imbarcazione, associato della cooperativa di pesca La Rinascita. Dell’Osa, quel giorno, insieme ai 3 del suo equipaggio scampati alla tragedia, uscì in mare nonostante le pessime condizioni, per ritirare le reti calate il giorno prima. Molto probabilmente, a far rovesciare la barca fu un’improvvisa onda di traverso, ma per trovarne conferma è in corso un’indagine, coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe Bellelli, e un’altra amministrativa della Capitaneria di Porto. Ed è soprattutto per poter ispezionare il relitto, posto sotto sequestro, e acquisire elementi utili alle indagini, che il motopontone Ammiraglia Adriatica è al lavoro per poter ripescare il Vichingo II. A coordinare le manovre dell’argano direttamente dalle profondità dell’Adriatico c’è il sommozzatore Gianni Calista, mentre a supervisionare le operazioni è presente sul posto la Motovedetta CP561 della Capitaneria di Porto.
Sul molo nord, puntando allo scorcio che rimane tra la punta del molo sud e la diga foranea, si è raccolta una piccola folla di curiosi, per osservare come la gru rossa posizionata sulla Ammiraglia Adriatica ha fatto riemergere quella che per Dell’Osa è stata per anni motivo di vita, e in un solo istante trappola mortale.