C’era una volta il mercato ortofrutticolo, ma all’epoca non c’era il Marina di Pescara, evoluzione moderna del porto turistico. Quando, poi, la Camera di commercio creò il suo gioiello infrastrutturale, fu la volta della chiusura del mercato. E in un tira e molla di proprietà, con la Regione e il Demanio, quei capannoni caddero in rovina, fino a diventare l’emergenza ambientale che l’eternit contenuto nei tetti danneggiati dal tempo ha costituito negli ultimi due anni. Nel frattempo, il Marina ha accresciuto spazi e pretese di ribalta, dal fiume è spuntato il Ponte del Mare, il Comune ha portato in porto il Pp2 per rilanciare l’intera area a ridosso della golena sud, e quei capannoni decadenti sono rimasti a stonare come l’occhio nero sulla faccia di una sirena adagiata sulla riva dell’Adriatico. Una riqualificazione che, con raro consenso unanime, è stata avvertita come necessaria dalla quasi totalità delle istituzioni e della politica locale. Personalità presenti al gran completo questa mattina nell’expò del Marina per assistere al passo iniziale del processo di rinascita dell’area ex Cofa: il protocollo per la cessione dalla Regione all’ente camerale. Giunte comunali e regionali, il presidente del Consiglio regionale Pagano, consiglieri provinciali, sindaci vicini di casa, senatori e onorevoli bipartisan. Questore e Prefetto, Rettore della D’Annunzio, infine Nicola Mattoscio, presidente della fondazione PescarAbruzzo e partner nell’impresa con la Camera di Commercio del presidente Daniele Becci. Saranno questi due a staccare, entro sei mesi, termine per la definizione degli atti per la cessione, un assegno da 11,830 milioni di euro in favore della Regione Abruzzo. Una cifra che l’amministrazione regionale, per voce del presidente Chiodi, dovrà conteggiare in forma maggiore, in quanto recupero di un patrimonio improduttivo che costa alle casse e ai cittadini tassati fior di quattrini, che ora non usciranno più. Chiodi ringrazia, e si toglie di torno la bega di dover allestire una gara pubblica per la cessione: magari avrebbe incassato di più, ma vuoi mettere il fastidio? Molto più comodo imbastire una trattativa (lunga 3 anni) col primo che bussa alla porta per acquistare quella sorta di cadavere in decomposizione. A farlo tornare a nuova vita, ora, tocca a Becci, seguendo le linee guida del Piano particolareggiato che l’amministrazione del sindaco Albore Mascia, terzo firmatario del protocollo, punta di approvare in poche settimane. Poi, tra la riviera nord, il porto turistico, il ponte del mare, e la nuova area sull’ex Di Properzio, destinata a divenire un centro integrato a carattere turistico-ricettivo, circondato da piste ciclabili e aree verdi, ci sarà la nuovo ex-Cofa.
Daniele Galli