“Sono 23 le famiglie del palazzo Ater di via Rio Sparto 15 a Pescara che dallo scorso 30 maggio vivono senza ascensore andato distrutto a causa di un incendio. Da quel momento, a subire le conseguenze più gravi sono alcune persone anziane che di fatto sono rimaste prigioniere in casa“.
Per cercare di risolvere il problema hanno chiesto aiuto al consigliere comunale Massimiliano Pignoli.
Le storie. Tra questi, i casi più gravi sono quelli di Anna, 85enne che vive in un appartamento al sesto piano, e Lidia, 70enne che dimora due piani più sotto, al quarto, attaccata a un macchinario a causa dei suoi problemi respiratori. Entrambe sono uscite di casa negli ultimi quattro mesi solo un paio di volte grazie ai volontari della Croce Rossa che le caricano. Al secondo piano invece vive da solo Rosario, 91enne che cammina utilizzando delle stampelle il quale racconta come per salire e scendere da casa impiega sempre almeno trenta minuti.
Tutti e tre, insieme agli altri inquilini dell’edificio, chiedono all’Ater di prevedere l’installazione del nuovo ascensore altrimenti minacciano uno sciopero bianco, ovvero quello di non pagare più i canoni di affitto fino a quando non avranno l’ascensore.
Inoltre, tra i problemi che segnalano c’è quello di 3 utenze che sono state attaccate direttamente all’acqua senza contatore, dunque in modo abusivo e di come in un alloggio del primo piano il pavimento stia sprofondando.
«Questa situazione è la dimostrazione del fallimento nella gestione dell’Ater», afferma Pignoli, «questi inquilini sono costretti dentro a quattro mura e a queste persone viene negata la cosa più bella, ovvero la libertà di agire e di interagire con amici e parenti, se non fosse per i volontari della Croce Rossa che ogni la fanno scendere. Questo non è il terzo mondo e non può essere Pescara, che l’Ater si svegliasse».