Pescara. Una festa degna dell’impresa: forse in cinquantamila in strada e in piazza per osannare il Pescara di Zeman, campione della Serie B e promosso in A dopo 19 anni. Il tour sul bus scoperto, la sfilata in un oceano di tifosi e la parata in piazza Salotto. Ore di festeggiamenti per la cavalcata trionfante del Delfino nella massima serie.
Non era bastato il delirio collettivo della scorsa settimana, quando a Genova il Pescara di Zeman si è guadagnato il ritorno in Serie A con un turno di anticipo. Ieri sera il goal allo scadere di Maniero contro la Nocerina ha certificato Zemanlandia con il titolo di campione della Serie B: insomma, ogni scusa è buona per festeggiare in città. In realtà, la massima parata di oggi era stata progettata da giorni nei minimi dettagli dalla società biancazzurra, per ringraziare i tifosi dopo una stagione di sostegno estremo, con diecimila spettatori di media all’Adriatico e picchi oltre i ventimila; tant’è che le stime più generose oggi hanno contato forse 50mila persone in tenuta biancazzurra ad osannare i campioni. Un’incensata pubblica sul palco di piazza Salotto, a celebrare la funzione Daniele Barone e Simona Rolandi, giornalisti di Sky e Rai Sport; a portare il Delfino in piazza, con tutti i suoi componenti, un autobus scoperto, per far meglio apprezzare Immobile, Insigne, Verratti, Zeman e company ad una massa continua di persone in delirio biancazzurro, colorate da testa a piedi nei soli due colori consentiti, gli stessi ripresi dai balconi, gli striscioni, le bandiere, le sciarpe e perfino le automobili addobbate. Questo il percorso inizialmente previsto: partenza dall’Adriatico, Via Pepe, via D’Avalos, via Vespucci, Lungomare Colombo, Porto Turistico, Via Doria, Ponte Asse attrezzato, Via Paolucci, Via Gobetti (contromano), via Foscolo (contromano), Lungomare MAtteotti, Viale Riviera Nord fino Montesilvano, Via nazionale Adriatica Nord, Viale Bovio, Via Michelangelo, Via del Santuario, Via Strada Vecchia della Madonna, via Monte di Campli, via Prati, via Fonte Romana, via del Circuito, via De Gasperi, via Caduta del Forte, Corso Vittorio Emanuele II, e dal piazzale della stazione la tifoseria organizzata dei Rangers a scortare il bus in corteo fino al palco attraverso corso Umberto. E dopo un campionato composto anche di spiacevole parentesi, non poteva mancare l’inghippo dell’ultima ora: l’autobus in arrivo da Roma si è fermato sull’autostrada per un principio d’incendio, agli organizzatori è toccato rimediare un mezzo in città e allestirlo per l’occasione in mattinata, con tanto di targa personalizzata: PE 433 ZZ. Obbligato il posticipo della partenza dalle 16 alle 18, e il taglio di un paio di tappe nei pressi di Montesilvano, altrettanto obbligatorie le soste in piazza Grue e via Paolucci, per deporre mazzi di fuori nelle case dove se ne sono andati per sempre Domenico Rigante e Franco Mancini
Non è bastato per far perdere d’animo la città impazzita per la squadra del momento: in migliaia già davanti allo Stadio, e mai un metro cubo di asfalto vuoto lungo tutto il percorso, fatto di torte, brindisi, e caroselli. Ma i più esaltati sono stati proprio i ragazzi terribili di Zeman, guidati dal trio più scalmanato: Insigne-Immobile-Maniero. Tra la gente, invece, l’appello più diffuso è stato quello per il tecnico boemo: rimani a Pescara e portaci in Europa.
L’incedere del bus è quello del trionfo imperiale: a passo d’uomo in una fiumana impenetrabile, braccia tese a cercare il tocco della mano più famosa. Una processione interminabile, un flusso inaresstabile quello della città al seguito del carro degli eroi. Il lungomare una gioia cromatica, con gli stabilimenti ricoperti di striscioni e stendardi; al tramonto la strada si illumina di torce fumogene, alzate al cielo dalla squadra stessa. L’arrivo in piazza Salotto è un colpo d’occhio che rimarrà nella storia della città, ancor di più negli occhi dei ragazzi di Zeman, accolti dalle note di ‘We are the champions” dei Queen, e de ‘Il più grande spettacolo dopo il big bang’ di Jovanotti. I conduttori hanno dovuto faticare poco per invitare i più impavidi a scendere dalla struttura del calice di Toyo Ito, mentre gli steward si sono dovuto impegnare di più per tenere a bada la squadra assiepata nel backstage durante il momento di gloria del gruppo dei dirigenti; poi la standing ovation per il Professore del 433. La piazza ha tremato per accogliere Zeman tra le note di Vasco Rossi. “Il sindaco dovrebbe vietare certe manifestazioni, quando è troppo è troppo”, ha detto l’algido tecnico, impietrito dal calore della gente che non vuole lasciarlo andare via. Sotto il palco un cartello in lingua cieca: Zeman podepi kontrakt, tradotto dal coro assordante: “Zeman firma il contratto”. Ma tra i canti e i salti in pochi hanno voluto afferrare le parole poco tranquillizzanti: “Come si fa a lasciare questa gente”, gli ha chiesto la voce di Sky. “Questa gente è Pescara, Pescara sono loro ed è giusto che vanno avanti. La giornata di oggi mi ha dimostrato quanto ci tengono alla squadra e amano divertirsi, è giusto che continuino a divertirsi ma dipende da loro”, ha risposto Doppiazeta. Ma sdrammatizza subito, rispondendo a chi gli chiede di firmare con il cuore: “Il cuore c’è, magari mancano altre cose: io non vorrei rifare i danni che ho fatto quest’anno”. Ma quali danni? “Questo è un danno”, indica la mano boema verso la piazza esagitata. Che esplode per la sua stessa miccia. “Non si può vincere lo scudetto a Pescara, ma di una buona salvezza ci si potrebbe accontentare”, incalza Barone: “Non è detto che non si può vincere lo scudetto, basta giocare meglio delle altre squadre”, ribatte Zeman facendo cadere piazza Salotto, e si alza la voce: “Portaci in Europa”. Toccante il momento dedicato a Franco Mancini, con la moglie e i due figli del sul palco a raccogliere l’ennesima manifestazione d’affetto di Pescara per il preparatore dei portieri scomparso durante il campionato: “Porterò Pescara sempre nel cuore”, dice la vedova alle migliaia di tifosi.
Infine loro, ancora loro: sfilano tutti, uno per uno, i protagonisti della promozione. “Due anni e mezzo fa ero tra la gente a festeggiare il ritorno in B” dice Capuano, nato e cresciuto nel capoluogo adriatico e ora baluardo difensivo di Zeman e dell’Under 21; Soddimo fa l’ultras, “dopo una stagione più da tifoso che da giocatore”, e aizza il canto dell’immensa platea, che tributa l’abbraccio più grande a Marco Verratti, che rassicura: “Ho già parlato con il presidente, sicuramente mi farò un altro anno qui a Pescara”. All’ingresso di Insigne partono i fuochi d’artificio dalla spiaggia, mentre Immobile incendia semplicemente tacendo: “Non mi fate parlare, so fare soltanto i goal”; e ne ha fatti 28 il capocannoniere della Serie B, ma afferma che “l’importante è aver scritto la storia del Pescara ed essere diventato il miglior marcatore di questa città”. La festa nella festa è quella che la rosa dedica a Riccardo ‘Pippo’ Maniero, l’attaccante tra i meno impiegati ma tra i più amati dallo spogliatoio: i compagni lo accolgono con la ola, lui entra con la maschera di Zeman sulla faccia facendo l’imitazione perfetta delle dichiarazioni a mezza bocca del mister, e ride anche il glaciale Zdenek. “E’ un ex giocatore”, lo ringrazia il presidente Sebastiani, ironizzando sul futuro da comico dell’autore del goal-campionato. La chiusura affidata a capitan Sansovini: “Questa vittoria la dedichiamo con tutto il cuore a Franco e Domenico”, dice ‘il Sindaco’, ricordando ancora una volta Mancini e l’ultras 24enne Rigante, insieme a tutti i compagni che cantano con la piazza in suo onore.
Il trionfo termina con la baldoria dei ragazzi terribili dietro le quinte: la piazza li congeda con un ultimo urlo, rimandando l’appuntamento alla presentazione della squadra che affronterà il campionato di Serie A.
{webgallery}stories/media2010/pescara/sfilatapromozioneseriea{/webgallery}
Daniele Galli
Foto: Pagina Facebook ‘Nu tifem Pescara’