La misura è stata eseguita da personale della squadra mobile di Pescara. Secondo quanto emerso dalle indagini, agli inizi del mese di marzo scorso, quando una 22enne denunciò l’episodio del quale era stata vittima in strada la sera di qualche giorno prima, il 28 febbraio, nei pressi di un capannone in disuso in via Tiburtina, un’area frequentata solitamente da chi fa uso di sostanze stupefacenti.
La giovane aveva raccontato di essere stata avvicinata da due stranieri mentre si trovava in compagnia di un suo amico: dei due, l’uno aveva aggredito con calci e pugni il ragazzo che era con lei; l’altro l’aveva costretta con pugni e schiaffi ad avere un rapporto sessuale.
Alla fine, presi portafoglio e cellulare della ragazza, i due erano fuggiti. Per la giovane, che si era fatta visitare in ospedale, era stato attivato il protocollo medico previsto per i casi di violenza sessuale. Dopo i controlli i medici l’avevano dimessa con una prognosi di 7 giorni per “sospetta violenza sessuale ed un ematoma della mandibola destra”. Tre giorni di prognosi, invece, per una lesione ad un dente, per il ragazzo in suo compagnia.
Il presunto aggressore è stato riconosciuto grazie all’esame delle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza presenti in zona ed alle descrizioni fornite dalle vittime. Ora, gli investigatori sono al lavoro per cercare di identificare il complice dell’arrestato.