Pescara. “Non posso dire nulla su quanto è stato detto, ma ritengo che sia uscita convalidata la nostra impostazione”.
Così l’avvocato Cristiana Valentini che, insieme al collega Goffredo Tatozzi, assiste il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e il tecnico comunale Enrico Colangeli, dopo che Sabatino Belmaggio, dirigente del Servizio Prevenzione dei Rischi di Protezione Civile, è stato ascoltato per circa due ore in Procura nell’ambito dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano nel territorio di Farindola.
Belmaggio è stato convocato in Procura proprio su richiesta dei due legali e oggi, alla presenza del pm Andrea Papalia, titolare dell’inchiesta sul disastro costato la vita a 29 persone, è stato sollecitato dai due avvocati a riferire sulla mancata realizzazione della Carta di Localizzazione dei Pericoli da valanga (Clpv) che, a giudizio di Valentini e Tatozzi, “la Regione Abruzzo era tenuta a realizzare sulla base della legge 170 del marzo 2014” e che, sempre secondo i due legali, “se fosse stata realizzata, avrebbe evitato il disastro costato la vita a 29 persone”.
Il dirigente della Protezione Civile è stato ascoltato come persona informata dei fatti e non risulta indagato. Gli unici indagati, con le accuse di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e atti omissivi in materia di sicurezza del lavoro, al momento sono gli stessi Lacchetta e Colangeli, insieme al presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, al direttore dell’albergo, Bruno Di Tommaso e ai due funzionari della Provincia, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio.