Pescara, Sant’Andrea a rischio: c’è la crisi, niente festa

santandreaPescara. A rischio la festa di Sant’Andrea: la storica manifestazione che ogni estate affascina e attrae migliaia di turisti per le strade del borgo marino nord rischia seriamente di non essere celebrata. Il Consiglio parrocchiale vuole rispettare il momento di crisi e opta per la sobrietà.

C’è la crisi, il momento necessità di sobrietà e di dare l’esempio: questa la motivazione principale che ha portato il Consiglio della parrocchia di Sant’Andrea a rinunciare alle celebrazioni civili della festa patronale più attesa dell’estate pescarese. Una lettera è stata inviata oggi al sindaco Albore Mascia dal Parroco, dalla Comunità dei Missionari dell’Opera Missionaria degli Oblati e dal Consiglio parrocchiale della chiesa. “La festa, così come si svolge, ha in buona parte  perso il suo carattere religioso ed è diventata sempre più festa godereccia e dispendiosa, occasione per interessi privati che hanno reso sempre più difficile la sua gestione e hanno fatto crescere sproporzionatamente i costi che alla fine devono essere coperti dalla comunità parrocchiale”, rimprovera la missiva parrocchiale, “Le spese per i fuochi d’artificio, i cantanti, le illuminazioni, le bande sono veramente eccessive e non si addicono a una festa religiosa, anche con i suoi aspetti folkloristici. La congiuntura economica che tutto il paese sta vivendo, in cui vengono chiesti e imposti alle famiglie grandi sacrifici, con una disoccupazione giovanile dilagante, richiede a tutti scelte coraggiose di nuovi stili di vita; come pure la situazione difficile dei pescatori della nostra città, ha indotto la comunità parrocchiale a riflettere sul messaggio evangelico che invita i credenti a una vera solidarietà con i più poveri e i più provati, anche evitando inutili sprechi che richiedono l’apporto economico dei singoli cittadini e un contributo dell’amministrazione pubblica”, continuano i religiosi.
Ragion vedute, però, suona impossibile rimuovere in pieno un pilastro dell’estate pescarese; oltre al valore tradizionale legato ai festeggiamenti, chiusi dai fuochi pirotecnici divenuti, ormai, un evento di punta che raccoglie turisti da tutta la regione, “dobbiamo anche considerare che quella celebrazione crea un indotto economico non indifferente che non può essere sottovalutato”, ribatte il sindaco. “Per quanto possano far parte del superfluo”, prosegue difendendo quanto Sant’Andrea rappresenta per l’immagine di Pescara, “è innegabile che anche le bande, la musica, le luminarie, le bancarelle e le giostre comunque fanno parte della tradizione e dei festeggiamenti”. “D’altro canto comprendo e condivido il richiamo del parroco al disagio economico e sociale del territorio, un disagio che come sindaco ho modo di verificare personalmente quasi ogni giorno. Se le ragioni che hanno dettato tale scelta sono di natura esclusivamente economica, l’amministrazione comunque è pronta come ogni anno a dare il proprio contributo, verificando insieme la possibilità del territorio di partecipare all’evento religioso e ‘festaiolo’ al tempo stesso, anche perché proprio nel momento di particolare crisi che la nostra marineria sta vivendo, eliminare quella parte economica della celebrazione che più direttamente si riversa sull’indotto della pesca non farebbe che aggravare ulteriormente la situazione. A questo punto”, conclude Mascia, “ho bisogno di capire e di parlare con la comunità parrocchiale prima di assumere qualunque decisione, comunità che ho invitato a un incontro il prossimo 8 marzo”.

 

Daniele Galli


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