La direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali ha comunicato l’ammissione integrale del finanziamento richiesto che ammonta a 216.529 euro.
«Questo progetto – afferma l’assessore – ha moltissime sfaccettature. Oltre allo stanziamento di un contributo economico in favore dei beneficiari, mediante una social card, tra gli 80 e i 400 euro a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare, che verrà utilizzata per il pagamento di servizi specifici, l’Azienda Speciale, gestore del progetto, elabora un patto personalizzato contenente azioni volte a favorire l’inclusione sociale e lavorativa. Il finanziamento ottenuto consentirà di rafforzare i servizi sociali erogati ai soggetti che rientrano in tale progettualità, grazie anche al potenziamento del numero degli assistenti sociali in forza all’Azienda».
Sono circa 80 le famiglie che mensilmente troveranno assistenza mediante il SIA, e 1730 circa su tutto il triennio del progetto.
Soddisfatto il commissario straordinario Luca Cirone che ha commentato: «L’ammissione totale del finanziamento ci permetterà anche di potenziare l’organico dell’Azienda Speciale, soprattutto per quanto riguarda gli assistenti sociali, figura cardine di questa iniziativa che seguiranno passo dopo passo le famiglie incluse, fornendo loro tutto ciò che serve per riprendere in mano la loro vita lavorativa e sociale a tutto tondo. Gli interventi che verranno promossi, oltre a quelli di natura sociale, infatti, saranno anche socio educativi, di orientamento, implementazione delle competenze, di formazione per il lavoro o attivazione lavorativa. In tal senso, verrà strutturata una continua condivisione operativa con centri per l’impegno, Asl competenti e associazioni del terzo settore».
I beneficiari sono stati selezionati mediante un apposito avviso pubblico, nel quale si richiedeva un ISEE non superiore a 3.000 euro e di essere appartenenti ad un nucleo familiare con almeno un componente minore, o un figlio con disabilità o ancora una donna in stato di gravidanza accertata dal quinto mese in poi. Tra gli altri requisiti necessari: cittadino italiano o comunitario o suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, o cittadino straniero in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; essere residente in Italia da almeno 2 anni; non beneficiare di altri trattamenti economici rilevanti, ossia inferiori a 600 euro mensili; non beneficiare di strumenti di sostegno al reddito dei disoccupati. Nessun componente, inoltre, deve possedere autoveicoli immatricolati la prima volta nei 12 mesi antecedenti la domanda oppure autoveicoli di cilindrata superiore a 1.300 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati nei tre anni antecedenti la domanda.
«La redazione di un patto personalizzato studiato appositamente per il nucleo familiare partecipante – conclude De Martinis – consente di mettere in atto azioni specifiche che saranno capaci di restituire indipendenza a quel nucleo familiare e non a dare solo un temporaneo sostegno di natura economica. Un’Amministrazione pubblica ha il dovere di fornire ai propri cittadini gli strumenti necessari per andare avanti autonomamente e questa progettualità ci permette di assolvere a questo compito».