Ben 27 milioni di italiani, lo scorso 14 giugno, hanno espresso la volontà, tramite referendum, di mantenere pubblica la gestione del servizio idrico. Un risultato stratosferico ottenuto soprattutto grazie allo sforzo nazionale del movimento ‘Acqua bene comune’; lo stesso che oggi, in vista del decreto che, il prossimo 20 gennaio, farebbe approvare al Consiglio dei Ministri la liberalizzazione e la privatizzazione dei servizi pubblici. “Un attacco diretto alle aziende speciali, ovvero alla forma di gestione pubblica”, recita il volantino distribuito oggi in piazza Italia da una ventina di manifestanti che hanno tappezzato la facciata del Palazzo dei Marmi, sede della Prefettura, con decine cartelloni a forma di goccia d’acqua recitanti “l’acqua non si tocca” o “restiamo umani”. In contemporanea con altre città italiane, il popolo dell’acqua pescarese ha sfilato nel traffico con cartelloni e striscioni, urlando ai passanti di “far rispettare il proprio voto, tenere l’acqua fuori dal mercato”.
Un pomeriggio di protesta pacifica, conclusosi con la consegna di una lettera al Prefetto D’Antuono: “Non pensi il Governo Monti con la scusa di risanare il debito di poter aggirare il voto referendario con trucchi e trucchetti, 27 milioni di italiani si sono espressi per la ripubblicizzazione del servizio idrico e questo ci aspettiamo dal Governo nei prossimi giorni. L’applicazione dei referendum è la prima e la più urgente emergenza democratica nel nostro paese. Giù le mani dall’acqua, giù le mani dalla la Democrazia!”; questo il messaggio contenuto.
Caroli: “No agli aumenti dell’acqua”. “Nei prossimi giorni l’aumento dell’acqua potrebbe diventare realtà! Ma la sola idea di alcuni sindaci e amministratori abruzzesi del Pescarese di aumentare le tariffe è inammissibile. In un momento storico difficile per i cittadini, non solo della provincia di Pescara, un’iniziativa del genere sarebbe imperdonabile. Per questo solleciterò in questi giorni i consiglieri comunali, ma anche le persone della società civile a impegnarsi in ogni modo per sventare quello che sarebbe un atto indecoroso che andrebbe anche contro la volontà espressa dagli abruzzesi nel referendum dell’anno scorso. Sono pronta a presentare anche una mozione in Consiglio Comunale, perché il problema dell’acqua è di tutti”. Il consigliere indipendente al comune di Pescara Adele Caroli critica apertamente la decisione paventata nella provincia: “Spiace inoltre constatare come all’annuncio dell’aumento dell’acqua, non ci sia stata nessuna risposta forte da parte dei nostri amministratori per un balzello odioso, iniquo, ingiusto e che sarebbe la diretta conseguenza di anni di gestioni dissennate del settore. Credo”, conclude, “che sia dovere di tutti mobilitarsi per contrastare un provvedimento che ricadrebbe ancora una volta sulla popolazione. In provincia di Chieti l’aumento è già scattato. Facciamo che questo non accada anche nella nostra provincia. Occorre però una risposta forte e univoca, ma soprattutto da parte di tutti, perché questa è una battaglia che non dovrebbe avere bandiere e colori politici, anche perché con l’eventuale revisione tariffaria, l’acqua arriverebbe a costare nel 2012 1,35 euro al metro cubo”.
Daniele Galli