Montesilvano. Sull’onda della lettera inviata al prefetto dal capogruppo di Forza Italia alla Regione, Lorenzo Sospiri, il sindaco di Montesilvano annuncia la chiusura dei centri per accoglienza profughi nei due alberghi della riviera.
«Un risultato importantissimo, frutto della fermezza che abbiamo dimostrato nei tavoli ministeriali e in Prefettura. Grazie al nostro impegno ed alla nostra programmazione le decisioni in materia di profughi e ospitalità verranno affrontate e gestite dal Comune e non più dalla Prefettura».
Così il sindaco Francesco Maragno commenta la comunicazione ricevuta, a firma del Prefetto di Pescara, in merito al piano nazionale di riparto dei migranti richiedenti asilo. Nel documento si legge che “una volta approvato il progetto di accoglienza in ambito SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), questa Prefettura darà senz’altro corso alla cosiddetta clausola di salvaguardia prevista dall’intesa Ministero dell’Interno – ANCI ed in tale prospettiva opererà per un graduale assorbimento nel progetto dei richiedenti asilo attualmente ospiti dei centri di accoglienza straordinari presenti nel territorio comunale”.
«Nelle scorse settimane – ricorda il sindaco – abbiamo avuto un incontro presso il Ministero proprio per definire le modalità specifiche per l’attivazione a Montesilvano dello SRAR. Ciò su cui abbiamo insistito è il rispetto della clausola di salvaguardia, prevista nelle “Regole per l’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo e dei rifugiati sul territorio nazionale attraverso lo SPRAR”, stabilite con direttiva ministeriale, per rendere esenti i Comuni che appartengono alla rete SPRAR dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza e al tempo stesso per chiudere gli attuali Centri di accoglienza straordinaria (CAS). Con questa comunicazione la Prefettura ci ha garantito proprio questi due aspetti». Sempre nel documento si legge: “l’indirizzo di questa Prefettura è di non gravare codesto territorio comunale con ulteriori invii di migranti”.
Per l’attivazione dello SPRAR, che riporta i profughi da accogliere a Montesilvano a 161, dimezzando il numero dei migranti attualmente presenti nei due hotel Ariminum ed Excelsior, è stata avviata la ricerca di immobili nei quali realizzare il Sistema di protezione per richiedenti asilo, secondo una modalità diffusa sul territorio, per evitare concentrazioni in un’unica area. Non verranno presi in considerazione alberghi e strutture ricettive, né edifici in zone a particolare vocazione commerciale. «Questi requisiti rigidi – dice ancora il sindaco – sono tutti orientati a tutelare il settore trainante della città, ovvero quello turistico. Il progetto verrà interamente finanziato dal Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo. Le somme utilizzate saranno stanziate dallo Stato e nessuna spesa sarà a carico del Comune. Il Comune di Montesilvano è stato il primo in Abruzzo ad ottenere un risultato così importante e tangibile che ci permette di salvaguardare le necessità dei nostri cittadini».
LICHERI: BASTA STRUMENTALIZZAZIONI
Sulla presenza dei migranti in città interviene Daniele Licheri di Sinistra Italiana: “Sempre più spesso nei nostri comuni si fa uso del “problema” immigratorio solo in modo strumentale e senza nessuna etica”, afferma con una nota, “Il sindaco propone di ridurre il numero dei migranti da 300 a 161, sostituendo i due centri d’accoglienza con una struttura SPRAR I consiglieri facenti capo alla nuova formazione Montesilvano 2019 rilanciano: azzeriamo la presenza di migranti a zero. La loro esistenza sul suolo del comune “disturba” i cittadini e gli operatori commerciali, gli stessi che si avvalgono del lavoro dei (per lo più) di sub sahariani per lavori che gli italiani non sono disponibili a svolgere. E quando si dice che la realizzazione del centro SPRAR costerebbe 17.155 euro, come lo stipendio annuale di un operaio, si utilizza un’argomentazione patetica, un insulto all’intelligenza ed alla logica economica: sono argomentazioni che servono solo a parlare alla pancia di persone messe in ginocchio dalla crisi, e a cui dare un capro espiatorio sui cii sfogarsi”.