Pescara, parte il pre-dragaggio: paura per l’esondazione del fiume

fiumelivello61111Pescara. Vertice al tavolo romano del ministero dell’Ambiente, questa mattina, per vagliare ancora una volta i problemi relativi al dragaggio del porto. Mentre Testa riporta a casa le “boe intelligenti”, opposizione e operatori economici alzano l’asticella del pericolo incombente di esondazione.

Sono le boe intelligenti il risultato dell’ incontro tenutosi stamane a Roma presso il ministero dell’Ambiente tra il commissario straordinario Guerino Testa, arrivato nella capitale con il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, il comandante della capitaneria di porto Luciano Pozzolano, i rappresentanti dell’Arta Mario Amicone e Luciana Di Croce e dell’Istituto zooprofilattico Carla Giansante, e i tecnici ministeriali Oliviero Montanaro e Irene Di Girolamo; seduti con loro anche tecnici dell’Ispra e un rappresentante del Reparto ambientale marino. Boe utili al monitoraggio dell’area portuale, primo passo sul percorso tecnico da seguire per avviare il progetto di dragaggio di 72mila metri cubi della darsena commerciale, che entro metà novembre dovrebbero essere sversati negli appositi siti in mare.

Siamo quindi agli sgoccioli dell’attesa, giunti ad una situazione che lo stesso commissario straordinario per il porto ha definito”situazione delicatissima, ormai compromessa del porto e del fiume”, sottolineando anche “lo stato di enorme difficoltà socio-economica delle categorie impegnate nell’area portuale”. È stato dunque individuato un percorso tecnico per consentirà l’attuazione del decreto d’intervento emanato del ministero, bisognoso, però, di una precedente fase di monitoraggio. Dal 14 novembre, giorno in cui arriveranno a Pescara le boe necessarie a scandagliare e misurare correnti e fondali, superate le fasi di sistemazione e attivazione, occorreranno dieci giorni di monitoraggio, passati i quali si comincerà il dragaggio vero e proprio.

Si è parlato anche del rischio di esondazione del fiume. Le tragedie della Liguria e della Toscana hanno marcatamente impressionato tutta l’Italia e rilanciato un rischio idrogeologico che non esenta l’Abruzzo. Se il sindaco de L’Aquila lancia l’allarme a monte, per l’esondazione dell’Aterno, alla foce, sugli argini dannunziani il timore è ancor più alto, con i drammatici ricordi degli allagamenti del ’92 ancora fissi nella memoria. Sono i commercianti, quelli che oltre a vivere hanno anche capitali investiti in città a lamentare, per voce dei segretari di Concommercio, la propria paura, inviando una nota al premier Berlusconi e alle istituzioni locali, contenente il chiaro messaggio: “Non vogliamo neanche pensare al ripetersi di una simile eventualità, ma se a Pescara dovesse malauguratamente ripresentarsi un episodio analogo a quello del ’92, ma probabilmente anche di minore portata, tutti sappiamo che le attuali condizioni del fiume Pescara non consentirebbero di assorbire una tale quantità di acqua. Il fondale del fiume che attraversa la città per sfociare poi nell’Adriatico è infatti divenuto una sorta di tappo, essendo pervaso da una tale quantità di sabbia e detriti che non solo rende impossibile il passaggio di navi anche di medio tonnellaggio, ma crea addirittura difficoltà di navigazione ai tanti pescherecci, che producono economia e ricchezza e sono fonte di sostentamento per centinaia di famiglie”. Una lettera inviata prima di conoscere gli ultimi risvolti odierni, nella quale si chiede “il riconoscimento dello stato di emergenza per la situazione del fiume Pescara ed il conseguente intervento immediato di bonifica dei fondali già da domani, prima di essere costretti a leggere i desolanti comunicati del giorno dopo, dai quali apprendere solo a cose fatte di danni incalcolabili e piangendo la perdita di vite umane”, ma dalla quale si apprende tutta la paura della Pescara commerciale, che lancia un grido provocato “dalla considerazione che nessun danno è stato mai risarcito agli operatori e alle attività commerciali in occasione di analoghi accadimenti verificatisi negli anni precedenti”.

Ma anche l’opposizione, con il vice capogruppo Pd in Consiglio comunale Enzo Del Vecchio, ritiene, ora più che mai, “il Fiume la vera emergenza”. “Il rischio concreto di una esondazione del fiume Pescara, nel tratto all’interno del perimetro urbano in conseguenza del forte deposito di materiali nel suo alveo che, oltre ad aver innalzato il livello delle acque, hanno fortemente ostruito gli scarichi dei fossi di scolo delle acque piovane”, riferisce il democratico, “è  avvalorato dallo studio del ‘Piano Stralcio Difesa Alluvioni’ e quello delle ‘Aree Inondabili’ approvate dalla Regione Abruzzo con la delibera nel 2008, che individua questo territorio a ‘Rischio elevato’”. E al Pd non basta l’impegno istituzionale, tantomeno “la buona volontà manifestata e profusa dal Commissario Testa”, e la fiducia “di  quanti hanno ritenuto che la nomina di una figura Commissariale avrebbe rappresentato la soluzione ad ogni problema, tralasciando di analizzare il contenuto di quel provvedimento che nulla aggiungeva ai normali compiti affidati ad una qualsiasi struttura burocratica”; viene chiesta, infatti, “l’attivazione urgente di tutte le misure di Protezione Civile ritenute utili per rimuovere il materiale presente nel fiume Pescara che rappresentano il vero pericolo con l’approssimarsi di piogge consistenti”.fiumelivello61111_2

“Un semplice sguardo al livello del fiume attuale è la migliore fotografia (nelle immagini, il fiume come si mostrava ieri all’inizio del canale) di come questi rappresenti la vera emergenza di oggi”, conclude Del Vecchio. Mentre il Wwf si appresta, nella conferenza stampa convocata per domani mattina, a fornire i propri dati sul rischio idrogeologico  e sui dragaggi dei vari porti abruzzesi.

 

Daniele Galli

 



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