Pescara. L’annosa contesa tra il Sindacato unitario dei lavoratori di Polizia municipale e l’amministrazione comunale di Pescara non trova tregua: dopo mesi di trattativa fallita gli agenti si rivolgono a Corte dei Conti e al Giudice del lavoro.
Lo stato d’agitazione era stato minacciato da mesi; le motivazioni sempre le solite: disorganizzazione dei turni di lavoro, dipendenti ai quali non è assegnata l’arma impiegati in servizi armati, mancanza della cassetta di sicurezza per la custodia dell’arma. Ma ancora una volta, dunque, sorgono contestazioni sull’attività di gestione del Corpo di Polizia Municipale. Il Sulpm ha tenuto la sua ultima assemblea martedì scorso, durante il pre-partita della Nazionale, nel corso della quale è stato ribadito “che la tutela dell’integrità psicofisica è una priorità, e deve valere anche per i lavoratori della polizia municipale, per cui non vediamo scusanti se questa Amministrazione, il Sindaco e il Comandante fanno orecchie da mercante”, afferma il segretario regionale Enzo Paolini.
Una coincidenza, quella con il grande evento, studiata proprio per stimolare l’attenzione attraverso il disagio causato; invece, denuncia Paolini, sono arrivate “le pressioni del comando sui lavoratori per non partecipare, e le autorizzazioni allo straordinario solo ai dipendenti che non partecipavano”. Fatti di “assoluta gravità” che hanno contribuito ad adottare la decisione di ricorrere, rispetto al percorso da proseguire, al supporto di terzi allo scopo di tutelare i lavoratori. “Questo Sindacato ha dunque conferito mandato, al legale di fiducia, di acquisire la documentazione utile al fine di informare la Corte dei Conti, di interessare l’Ispettorato del Lavoro e di adire il Giudice del Lavoro”, annuncia il segretario Sulpm.
Approfondimenti: Polizia Municipale
Daniele Galli