L’Aquila. “Ci sono gli assessori comunale, provinciale e regionale che gestiscono localmente il sistema della protezione civile. La commissione Grandi rischi deve soltanto riferire e io non ho nessun potere operativo”.
È quanto ha detto l’ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Enzo Boschi, componente dell’organo consultivo della presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto processo a L’Aquila. Parlando ai cronisti presenti davanti al tribunale, Boschi ha ammesso che “la commissione avrebbe dovuto indicare misure di prevenzione, la popolazione avrebbe già dovuto saperle. Delle istituzioni locali nessuno mi ha chiesto niente, solo la Stati (Daniela, all’epoca assessore regionale alla Protezione civile, ndr) voleva sapere se era possibile prevedere i terremoti”.
A chi gli ha chiesto perchè ha firmato il verbale del 31 marzo dopo il terremoto, Boschi ha risposto che “era la prima volta che mi capitava, ma quelle cose più o meno le avevo dette e alla riunione c’ero stato. Il verbale comunque lo considero irrilevante proprio perchè fatto dopo il sisma”. Sul processo in corso, Boschi ha affermato: “penso e spero di essere assolto e che con questo processo si capisca una volta per tutte che l’Italia e’ ad altissimo rischio sismico, un rischio che viene da costruzioni pessime. Dall’Abruzzo fino alla Sicilia orientale si possono avere eventi di magnitudo 7. Da questo processo spero si risolva questo problema”.
Nel corso dell’udienza di oggi del processo alla commissione Grandi rischi, dopo circa un’ora di camera di consiglio, il giudice Marco Billi ha deciso sulle istanze emerse nelle prime ore di dibattimento. Alla fine ha ammesso tutte le prove ma ha negato le trascrizioni dei dvd con i telegiornali pre e post 6 aprile 2009. Ammesso come prova anche il film “Draquila” di Sabina Guzzanti, ma solo nella parte dell’intervista relativa a Enzo Boschi.