“Si scava tra la neve e le macerie dell’albergo per trovare eventuali superstiti in una corsa contro il tempo”. Lo affermano gli operatori del CNSAS Piemonte – Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese che dal pomeriggio sono operativi a Farindola presso l’Hotel Rigopiano travolto da una valanga. “Al momento le condizioni climatiche sono migliorate, poiché ha smesso di nevicare, ma le temperature salite al di sopra degli zero gradi – dicono – hanno provocato un appesantimento della neve che rende più difficoltose le operazioni”.
Sono 23 gli operatori del Soccorso alpino piemontese, partiti per Farindola all’alba di questa mattina con cinque mezzi per dare il cambio agli operatori del CNSAS del Centro Italia che aveva iniziato le ricerche la scorsa notte.
I tecnici piemontesi sono dotati di attrezzatura scialpinistica completa, tenda, sacco a pelo e viveri per tre giorni in modo da potersi spostare in autonomia in montagna anche su terreni non serviti da strade carrozzabili.
L’INCHIESTA. La Procura di Pescara, pm Andrea Papalia, ha aperto come detto in giornata un fascicolo di indagine per fare luce sulle eventuali responsabilità. Le indagini relative alla tragedia di Rigopiano sono affidate ai carabinieri forestali, i quali in queste ore stanno già acquisendo documenti e testimonianze.
Tra i documenti già a verbale anche l’allerta valanghe emesso giorni fa dal Meteomont, cioè il servizio nazionale prevenzione neve e valanghe, che indicava livello 4, il massimo è 5, di pericolo nella zona del Gran Sasso. Spetterà alla Procura quindi valutare se il rischio emesso è stato rispettato o valutato, se c’erano le condizioni per far emettere dalla Regione, fino agli enti locali, le ordinanze di evacuazione nelle zone a rischio.
La Procura, oltre all’allarme valanghe, dovrà valutare se ci sono state negligenze o colpe in relazione alla morte degli ospiti dell’hotel alla luce delle cause del loro decesso. Nel caso di morte per assideramento, per esempio, dovrà stabilire se i ritardi nei soccorsi potevano essere o meno evitati; se era stato richiesto lo sgombero della strada da parte dei proprietari della struttura, e da qui se la tragedia è da imputare al mancato arrivo o ritardo degli spazzaneve.
L’hotel Rigopiano, intanto, nel 2008 era stato al centro di una inchiesta della procura di Pescara con l’ipotesi di alcuni abusi edilizi nel corso della sua ristrutturazione, che aveva visto amministratori locali alla sbarra assieme agli ex proprietari. L’ipotesi dell’accusa era che in cambio di favori, sette imputati avessero agevolato una sanatoria per consentire all’albergo di superare problemi con l’occupazione di suolo pubblico necessaria per ampliarsi. Il processo si è concluso un’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, ma in ogni caso i fatti erano già andati prescritti.