Pescara. Otto giorni in Kenya, tra i villaggi più poveri, dove sarà inaugurato un poliambulatorio per consentire le vaccinazioni e le visite sanitarie dei cittadini di Caghoca e della città di Embu, a 150 chilometri da Nairobi, alle pendici del monte Kenya.
Sono questi gli obiettivi della terza missione umanitaria che partirà giovedì prossimo, 15 settembre, e che è stata presentata questa mattina dal sindaco Luigi Albore Mascia, alla presenza del presidente dell’Istituto per la Cooperazione Gianni Melilla e di Pino D’Atri, presidente dell’Organizzazione non Governativa ‘Missione Possibile’ che ha realizzato il dispensario finanziato per 12mila euro con fondi erogati dal Comune di Pescara nel 2009.
“Quella che partirà giovedì prossimo” ha detto il primo cittadino “sarà la terza missione umanitaria dall’inizio del mio mandato e di nuovo ci vedrà protagonisti in uno dei paesi più poveri, e anche difficili, del mondo, il Kenya. Questa volta saremo affiancati da Pino D’Atri, dell’Organizzazione non governativa ‘Missione Possibile’ che da anni è impegnata in Africa, tra Nairobi e i villaggi circostanti, per la costruzione di ospedali, scuole, orfanotrofi e nello specifico insieme andremo a inaugurare il Dispensario ‘Città di Pescara’ costruito nella cittadina di Caghoca nella provincia di Embu. Si tratta di un poliambulatorio costruito grazie ai fondi per la Cooperazione stanziati ed erogati ogni anno dall’amministrazione comunale di Pescara. Sarà un orgoglio per me tagliare quel nastro insieme agli amministratori locali e vedere i volti di quelle persone, donne, uomini, anziani, ma soprattutto bambini che grazie all’impegno di tutti i cittadini di Pescara avranno un luogo in cui curarsi. Abbiamo ritenuto fondamentale confermare l’impegno economico-finanziario, circa 58mila euro l’anno stanziati dalla nostra amministrazione per supportare 7 progetti di cooperazione internazionale ogni anno, perché è evidente quanto sia importante aiutare i popoli che vivono nell’indigenza più assoluta, che vivono ogni giorno difficoltà e situazioni per noi anche difficili da immaginare, paesi in cui ancora oggi si muore di parto, di appendicite, di influenza, o più semplicemente di fame, in cui i bambini imparano a scrivere disegnando sulla sabbia o nel terriccio o in cui si percorrono chilometri a piedi prima di raggiungere una fonte di approvvigionamento di acqua potabile. Ed è importante aiutare lo sviluppo di quei paesi anche per tamponare la fuga dei disperati, gli sbarchi selvaggi e indiscriminati che spesso finiscono in tragedie in mezzo al mare, tragedie della disperazione di persone senza alternative. Pescara in questo senso ha voluto continuare a lanciare quella che forse sarà una goccia in un oceano di necessità, ma siamo convinti che goccia dopo goccia riusciamo ogni anno ad aggiungere un tassello alla difficile opera di sviluppo e di crescita di quelle popolazioni”.