Per i fratelli Giuseppe e Antonio Garofalo è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per le rispettive mogli, che rivestivano un ruolo marginale, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’indagine, condotta dai militari del Comando Compagnia di Popoli, coordinati dal capitano Pasquale Del Giudice, ha preso il via dopo due furti di autovetture avvenuti tra fine dicembre e inizio gennaio nel comune di Torre de’ Passeri. Dopo il secondo furto il comandante della stazione del posto, Giovanni Rolando, sapendo che la macchina rubata aveva poca benzina, ha passato al setaccio i distributori e i negozi della zona per visionare le riprese dei sistemi di videosorveglianza riconoscendo così Giuseppe Garofalo.
Per i carabinieri era lui, dopo essere arrivato in Abruzzo in bus, ad appropriarsi delle autovetture lasciate momentaneamente incustodite con le chiavi inserite nel quadro d’accensione per poi rientrare a Cerignola e incontrarsi con il fratello Antonio in un parcheggio, dove le auto venivano rivendute alla mala locale per finalità illecite o farle “tagliare” in officine compiacenti, alimentando il mercato illecito dei pezzi di ricambio.
Le mogli avevano il compito di coordinare i movimenti dei mariti e fare loro da tramite. I furti di autovetture, in parte recuperate dai carabinieri e restituite, sono avvenuti nel periodo compreso fra settembre 2010 e febbraio 2011, nelle province di Pescara, Chieti e Teramo.