L’apertura del cantiere è stata ufficializzata questa mattina dal sindaco Luigi Albore Mascia. Con lui, in conferenza stampa, i rappresentanti dell’Associazione del Dopolavoro Ferroviario che effettueranno materialmente i lavori.
“In base all’accordo stipulato con l’Associazione del Dopolavoro ferroviario” ha spiegato Albore Mascia “l’amministrazione ha concesso in uso a titolo oneroso l’occupazione degli spazi, 5.126,89 metri quadrati di superficie. Abbiamo fissato un canone mensile pari a 682,48 euro. Ovviamente gli immobili dovranno essere adibiti esclusivamente allo svolgimento dell’attività statutaria dell’Associazione e la concessione in uso avrà la durata di 10 anni, decorrenti dal primo febbraio 2011, prevedendo però per il Comune la possibilità di revocare la stessa assegnazione per ragioni di pubblico interesse o per l’avvenuta aggiudicazione dei lavori di riqualificazione delle aree di risulta, lavori che inevitabilmente interesseranno anche il Dopolavoro, concedendo, in tal caso, sei mesi di tempo dalla notifica per il rilascio dei locali. Non basta: nella stessa intesa abbiamo infatti fissato che l’Associazione dovrà versare al Comune la somma di 81mila 382 euro quale importo dovuto per i canoni arretrati non pagati dal 23 luglio 2011 al 31 gennaio 2011 e abbiamo affidato alla stessa Associazione la manutenzione ordinaria e straordinaria del ‘Monumento alle Ferrovie’ per i prossimi dieci anni. Domani il cantiere verrà aperto ufficialmente avviando la manutenzione straordinaria della storica locomotiva di Pescara, l’ultimo convoglio a transitare sul vecchio binario della stazione ferroviaria centrale del capoluogo adriatico prima dell’apertura della nuova stazione. Per anni la locomotiva è rimasta chiusa nel fabbricato ancora oggi esistente nell’estremo lembo nord delle aree di risulta, un edificio diroccato e che a breve andremo a demolire, non appena partirà il terzo cantiere per la riqualificazione di quella parte della superficie per la realizzazione di oltre 300 posti auto. La storica locomotiva, un pezzo unico, è stata violata, utilizzata addirittura come ricovero per clochard e senzatetto o utenti comunque in forti condizioni di disagio, e ha rischiato di fatto la rottamazione, addirittura subendo anche il furto di parti originali. A sventare tale rischio è stata proprio l’associazione del Dopolavoro che seppe effettuare un intervento deciso presso la pubblica amministrazione convincendola del valore di quella struttura, che racchiudeva un pezzo della nostra storia, e soprattutto persuadendola della possibilità di riportarla al vecchio splendore, attraverso un intervento di manutenzione eseguito da mani esperte, da chi ben conosceva quel mezzo, ossia da parte degli stessi associati del Dopolavoro ferroviario. E così è stato: la storica locomotiva è stata riportata una prima volta alla luce, riqualificata e infine tirata fuori dal manufatto ed esposta nel cuore della città nel 2006, lungo l’asse di collegamento tra corso Umberto-piazza della Repubblica e la nuova stazione ferroviaria, in sostanza la locomotiva è tornata lungo il suo vecchio binario, e negli anni è realmente divenuta motivo di attrazione e di visita. Ovviamente però l’esposizione all’aperto la rende inevitabilmente vittima delle intemperie o anche di atti di vandalismo e inciviltà, episodi che negli anni hanno determinato un deterioramento di parti della struttura che hanno oggi reso necessario un nuovo intervento di restyling. Per l’occasione abbiamo scelto uno slogan, ossia ‘Il Comune di Pescara sta restaurando la vecchia locomotiva. Preparatevi a un viaggio sui binari della storia’, uno slogan che vuole sottolineare la rilevanza di tale monumento: oggi è stato installato il cantiere, domani partiranno i lavori di riqualificazione, che, come da accordo sottoscritto, saranno eseguiti dall’Associazione del Dopolavoro che ha anche trovato degli sponsor che parteciperanno all’impresa fornendo ad esempio la speciale vernice necessaria per l’intervento o il ponteggio che consentirà agli operatori di raggiungere le parti più in alto del manufatto. Le opere dureranno all’incirca un mese e mezzo, dunque circa 45 giorni di lavori per restituire alla città una parte della sua storia. Nel frattempo con il Dopolavoro apriremo un dialogo circa la possibilità di sviluppare il piccolo museo già esistente all’interno della struttura, portandovi le scuole”.