Per la prima volta in Italia la povertà assoluta, che ha raggiunto i picchi più alti degli ultimi dieci anni, colpisce maggiormente giovani in cerca di lavoro e adulti rimasti senza impiego. Tra i 4,6 milioni di poveri assoluti il 10,2% sono nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni.
«Un dato che colpisce particolarmente – afferma don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana Pescara-Penne – ma che si discosta dal trend della nostra diocesi che vede la fascia 35-54 anni come la più incontrata presso il Centro d’Ascolto».
In contemporanea all’uscita dei dati nazionali, infatti, sono pubblici anche quelli relativi al territorio diocesano che raccontano come la povertà, oggi, sia sempre più multiproblematica. Nel documento locale “Emmaus” si attesta, inoltre, una sostanziale parità tra uomini e donne che si rivolgono ai centri d’ascolto così come è un dato la presenza maggiore degli italiani rispetto agli stranieri; tutti elementi che rispecchiano quanto emerge anche nel Rapporto nazionale.
Il report , (SCARICA) è relativo ai dati del 2015 ed è figlio della progettualità che portava lo stesso nome e che ha visto l’ufficio pastorale diretto da don Pagniello, avvicinare le povertà che si incontrano fuori dagli “abituali circuiti”; contiene, anche, un focus sull’attività svolta a favore di rifugiati e richiedenti asilo. «Nel corso dell’ultimo anno – continua il direttore Caritas – gli operatori dell’unità di strada si sono fatti prossimi ai senza dimora che raramente si rivolgono ai servizi sul territorio cristallizzando, numeri alla mano, una realtà fatta di dipendenze, alcolismo e accattonaggio».
Un altro dato allarmante legata alla povertà è, senza dubbio, la solitudine. «Ovviamente dietro l’indigenza i dati indicano la mancanza di reti familiari e di solidarietà anche tra amici. Per questo abbiamo voluto raccogliere nel volume non solo numeri e statistiche ma anche storie per far conoscere da vicino chi vive per strada, con uno sguardo diverso, senza il pregiudizio di chi osserva dall’esterno. Abbiamo raccontato, purtroppo, la sfiducia e la mancanza di speranza per il futuro».