Pescara, porto insabbiato: addio alle petroliere

Pescara. L’insabbiamento del porto non trova soluzione e, ancora una volta, le petroliere rimangono fuori dalla darsena commerciale. Stavolta, però, le aziende Di Properzio minaccia di lasciare definitivamente Pescara.

Dopo l’addio delle navi passeggere, con le compagnie navali che hanno deciso di non rinnovare per la prossima estate effettuano il collegamento con la Croazia, ora anche l’azienda che importa il petrolio dallo scalo pescarese si vede costretta a chiudere i battenti nel capoluogo adriatico e a trasferirsi altrove, causa i bassi fondali che da mesi non permettono alle grosse navi di entrare e uscire.

“A questo punto tra pochi giorni anche i pescherecci saranno costretti a lasciare Pescara e potremo anche chiudere la Direzione Marittima visto che Pescara diventerà una città di sabbia anziché di mare”, polemizza il capogruppo regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri, richiamando l’attenzione sull’apertura della diga foranea: “Due anni fa”, ricorda, “il Presidente delle Regione D’Alfonso si dichiarò pronto ad armarsi di piccone per abbattere subito la diga foranea: sono passati all’incirca 904 giorni di governo e, non solo la diga foranea è sempre ferma dinanzi alla foce del Pescara, non solo il mare di Pescara è perennemente non balneabile, ma Regione e Comune sono ancora fermi alle carte del nuovo Piano regolatore portuale”.

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