Pescara. Era stato il Wwf, alcuni giorni fa, a denunciare la preoccupazione circa la riduzione, nel territorio di Pescara, delle centraline di rilevamento della qualità dell’aria da parte dell’Arta.
Oggi è proprio l’Agenzia regionale per la tutela ambientale, con una lettera firmata dal Direttore Generale Mario Amicone, dal Direttore Tecnico Giovanni Damiani e dal Dirigente della Sezione ?Qualità dell’?aria ed Emissioni in Atmosfera? del Distretto Territoriale ARTA Chieti-Pescara, Sebastiano Bianco, a spiegarne le motivazioni.
La riportiamo integralmente.
Registriamo prese di posizione critiche per la riduzione delle ?centraline Arta? per il rilevamento della qualità dell?aria e diverse richieste di chiarimenti, sul medesimo argomento, da parte di cittadini. Con la presente nota l?Agenzia fornisce al pubblico tutte le notizie che risultano utili a riguardo.
1) le centraline che hanno operato storicamente a Pescara, finanziate nell?ambito del Piano Regionale per la Tutela dell?Ambiente 1994-96, sono di proprietà del Comune e non dell?Arta. L?Agenzia, con i propri tecnici e con l?ausilio di una ditta specializzata nella manutenzione delle apparecchiature, ne ha assicurato esclusivamente, con cura, tutta la filiera dell?esercizio;
2) in applicazione del D.Lgs. 155/2010, il sistema di monitoraggio della qualità dell?aria è di competenza regionale e viene esteso all?intero Abruzzo. Tale legge prevede l?ottimizzazione dei costi di gestione (notevoli) e la razionalizzazione e/o riduzione del numero di stazioni fisse di monitoraggio, spingendo verso l?impiego di sistemi alternativi: ciò significa, in estrema sintesi, poche centraline, posizionate in modo adeguato, analisi dei dati e utilizzo di modelli matematici idonei, alimentati dai dati stessi. Si fa presente che la Regione è in procinto di varare definitivamente la Rete regionale dell?Abruzzo, assumendosi gli oneri economici della gestione, ed è anche in interlocuzione per affidare tutta la gestione tecnica all?Arta;
3) nel territorio urbano della città di Pescara, prima della realizzazione della rete regionale, erano in funzione sette stazioni di monitoraggio: sei di proprietà del Comune e una ? quella di viale Bovio ? di proprietà dell’Arta, ad essa ceduta una decina di anni fa dalla Provincia, che ne aveva curato l?acquisto e il posizionamento anni prima;
4) nel corso degli anni alcuni analizzatori della stazione di viale Bovio (strumentazione anni ’90) hanno avuto una naturale obsolescenza, tanto da renderne estremamente difficoltosa e onerosa la manutenzione. Inoltre, dopo l?attivazione della centralina, la postazione è divenuta non più rispondente ai requisiti tecnici di posizionamento delle stazioni fisse perché accanto alla centralina il Comune ritenne necessario attivare un semaforo. Si sottolinea che questo fatto non ha mai inficiato in alcun modo il valore o l?attendibilità dei dati rilevati dalla centralina nel tempo. I dati rilevati non sono però idonei a rappresentare il grado di esposizione media della popolazione agli inquinanti da traffico per tutta l?area urbana. In parole più semplici: la stazione di viale Bovio descrive ciò che accade in quel punto ma non si può riferire quella rappresentazione all?intera area urbana. Per questo, nel processo di riorganizzazione della rete nell?ottica del D.Lgs. 155/2010, l?Arta ha ritenuto corretto dal punto di vista tecnico-economico dismettere questa stazione;
5) nella progettazione della rete regionale per il monitoraggio dell?inquinamento atmosferico sono state assegnate alla città di Pescara tre centraline, scelte fra quelle storicamente operanti nella rete comunale, ed è risultato necessario dismetterne altre tre. Le tre stazioni che ?rimangono? perché inserite nella rete regionale di monitoraggio sono numericamente in linea con lo standard nazionale. A titolo di esempio si riferisce che Roma, con 13 centraline, ha una stazione ogni 204 mila abitanti; Milano ha una centralina ogni 150 mila abitanti.
6) sono state così confermate quelle di via Firenze e di via Sacco, che transitano nella rete regionale, perché in base al disposto del D.Lgs. 155/2010 nei due luoghi esse hanno rilevato più di 35 superamenti del limite giornaliero (fissato in 50 microgrammi/m3) del PM10 e quindi non possono essere escluse dalla rete regionale. La motivazione della conferma della stazione di Teatro d?Annunzio, invece, è legata al fatto che l?Arta, sempre sulla base dei dati storici, la ritiene la più rappresentativa per le caratteristiche della qualità dell?aria del fondo urbano sul territorio cittadino di Pescara;
7) dai dati rilevati e dalle relazioni redatte annualmente si evince che le stazioni di viale Bovio, corso Vittorio Emanuele, viale D?Annunzio e piazza Grue hanno registrato un numero di superamenti minore rispetto alle altre del comune di Pescara e quindi non sono state individuate come ?prioritarie? da mantenere;
8) per le tre stazioni della rete comunale non inserite nella rete della Regione il Comune non ha ritenuto di dover rinnovare il contratto di manutenzione stipulato con Project Automation (da poco scaduto). Da qui la loro dismissione;
9) rispetto ad affermazioni del tipo ?proprio non si riesce a comprendere come di fronte a un malato grave, quale certamente è l?aria di Pescara, invece di stabilire e somministrare le medicine migliori, si preferisce ridurre il numero dei termometri?, diffuse dalla presidente del Wwf Chieti-Pescara, rispondiamo che se uno o al massimo due termometri sono sufficienti per misurare se un paziente ha la febbre e di quale entità, è inutile procurarsene altri: vi sono già elementi di diagnosi sufficienti per programmare una terapia (il che non è di competenza dell?Arta, ente deputato alle misure). Dobbiamo riconoscere che Pescara ha avuto per due decenni una centralina per ogni 17 mila abitanti, situazione di assoluto rilievo nazionale e che quando si è affermato in passato che era tra le città più inquinate d?Italia o addirittura d?Europa, non si considerava che i controlli sono stati serratissimi, a differenza di altre realtà considerate più pulite in assenza di dati di pari dettaglio;
10) infine, teniamo a chiarire che gli episodi di inquinamento atmosferico e le ondate di cattivi odori che si verificano nell’aria a Chieti Scalo, più volte monitorati con l?ausilio del Laboratorio mobile dell?Arta e con prelievi, dipendono da fattori altamente specifici che non possono essere rilevati compiutamente sotto il profilo tecnico con gli strumenti in continuo di cui sono dotate le centraline automatiche. Sarebbe un inganno verso la popolazione sostenere il contrario, dal momento che occorrono ben altri sistemi di campionamento e analisi di Laboratorio. Nel territorio teatino, pertanto, le centraline della rete regionale sono state ubicate a Chieti Scalo (scuola Antonelli) oltre che in alcune aree della provincia (Francavilla, Ortona, Atessa, San Giovanni Teatino ? quest?ultima per il rilevamento anche dei parametri meteo). Per la situazione particolare dell?inquinamento di origine industriale di Chieti Scalo, si fa presente che l?Arta continua la propria azione di monitoraggio e controllo, commisurata ovviamente alla disponibilità di personale, strumenti e risorse di cui è messa in condizione di poter disporre.