Rapagnà ha denunciato al Procuratore della Repubblica anche il fatto che le tante autorità di controllo e di vigilanza della Regione Abruzzo, nei 7 mesi trascorsi, sebbene sollecitate, pare non avrebbero sentito il dovere di intervenire a tutela delle famiglie assegnatarie.
“Per questo ho esposto il mio fondato sospetto – ha spiegato Rapagnà – che, con i criteri “unilaterali” utilizzati dall’Ater di Pescara per garage e autorimesse, chiunque tra le 5 Ater della Regione Abruzzo, potrebbe in qualsiasi momento deliberare, a fini commerciali, di cassa e di pareggio di bilanci, perfino l’obbligo di pagamento per migliaia di famiglie di un canone di locazione per parti separate e distinte anche per balconi, terrazze, cantine, scantinati, sottoscale, superfici scoperte di pertinenza dell’immobile, superfici condominiali a verde ed altri simili pertinenze, oppure privatizzare, vendere volumi urbanistici ed aree pubbliche di grandissimo pregio e utilità sociale. Ciò sembra addirittura essere stato avallato e suggerito dallo stesso consiglio eegionale il quale, all’interno della Legge Finanziaria per il 2011 approvata il 29 dicembre scorso, ha inserito uno strano e non necessario emendamento n. 26 sostitutivo, con parere favorevole firmato dall’assessore Di Paolo, secondo il quale Alla data di entrata in vigore della presente legge, i canoni di locazione per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono comprensivi di eventuali autorimesse concesse in locazione agli assegnatari medesimi. Qui si parla di autorimessa ma non di tutte le altre pertinenze elencate dall’art. 13 della Legge 392/78 sull’equo canone”.