Quattro mesi di indagini coordinate tra le Digos di Pescara, Roma e Milano che attraverso le analisi dei filmati, girati dagli impianti di sicurezza dello stadio e dagli operatori video delle forze dell’ordine che in quella serata di violenza hanno ripreso gli scontri, hanno potuto ricostruire i fatti e portare all’individuazione di 19 ultras, accusati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata in concorso con la legge 401 sulla violenza negli stadi. Soggetti tra i venti e i trent’anni: sette sono i pescaresi, undici i romanisti e uno, abruzzese ma residente a Milano, di fede interista, quarantunenne capo ultras del gruppo Viking, che secondo gli inquirenti sarebbe tornato in Abruzzo per l’occasione a guidare gli assalti contro i giallorossi. Quest’ultimo è l’unico ad essere finito agli arresti, mentre per tutti gli altri è scattata la custodia cautelare, oltre all’inevitabile Daspo inflitto subito dopo gli episodi.
L’otto agosto scorso, una lunga serie di scontri si susseguirono dal tardo pomeriggio fino alle tre del mattino, impegnando circa 250 esponenti delle forze dell’ordine. Prima e dopo la partita amichevole tra Pescara e Roma, “una partita che, con il senno di poi, forse non si sarebbe dovuta giocare visto il cattivo sangue che scorre tra le tifoserie”, come commenta il Questore Paolo Passamonti, si erano verificati su viale Marconi nel parcheggio antistante il Circolo Tennis, e nei pressi dell’università. Agguati, accoltellamenti e sassaiole che causarono feriti tra agenti ed ultras. Il capo della Squadra Volante di Pescara, il Dott. De Blasio, riporta ancora la cicatrice dei cinque punti di sutura sulla fronte, causata da una bottigliata. Una guerriglia ben congegnata, testimoniata oltre che dalla presenza del ‘Viking’, già tristemente noto alle forze dell’ordine per la sua pericolosità, dall’organizzazione del comparto romanista: “Conoscendo bene Pescara, sono arrivati da Roma sparpagliati, per non farsi individuare facilmente. Reparti ben inquadrati armati di caschi, bastoni e sanpietrini divelti direttamente dalle strade romane. Sono venuti a Pescare con il chiaro intento di creare disordine, e gli ultras pescaresi non aspettavano altro”, spiega il Questore Passamonti.
“La macchina della sicurezza ha risposto bene”, aggiunge il Questore Vicario Mario Della Cioppa, “siamo riusciti ad evitare maggiori contatti tra le tifoserie e conseguenze ben peggiori. Allo stadio erano presenti 14mila persone, 1600 dei quali erano tifosi romanisti: pensate cosa sarebbe potuto accadere”.
Daniele Galli