Pescara. L’impresa capofila dell’Associazione temporanea d’impresa che ha realizzato il Ponte del Mare di Pescara, la Mospeca, ha avviato le procedure di fallimento. Tre giorni fa l’amministrazione comunale di Pescara ha ricevuto una nota ufficiale indirizzata al Responsabile unico del procedimento, l’ingegner Giuliano Rossi, da parte del curatore fallimentare che ha ufficializzato la situazione dell’impresa.
A questo punto l’amministrazione riprenderà in mano il fascicolo del progetto, per valutare le modalità di completamento delle procedure di collaudo, che in teoria dovevano essere controfirmate per accettazione proprio dalla Mospeca, e soprattutto per capire come si dovrà procedere in merito alla manutenzione della struttura che, per contratto, doveva essere garantita proprio dall’impresa per i primi due anni dall’apertura al pubblico della struttura. Ad ufficiarlo è, che aggiunge:
“La comunicazione” spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici Alfredo D’Ercole “è firmata dal curatore fallimentare che ci ufficializza semplicemente l’avvio delle procedure fallimentari della Mospeca che ha guidato l’Ati, che comprendeva anche le ditte De Cesaris e Solisonda, Ati che ha curato la costruzione del Ponte del Mare. Il curatore ci ha inviato la nota per invitarci eventualmente a rendere noti eventuali crediti da esigere o altre eventuali pendenze. E nei prossimi giorni i nostri uffici prenderanno subito contatto con il curatore per accertarci della situazione e capire cosa sia accaduto. In effetti, in merito al Ponte del Mare, c’era ancora in sospeso la procedura del terzo collaudo: la struttura, inaugurata l’8 dicembre 2009 ha già subito, prima dell’apertura, due collaudi, il primo amministrativo, relativo al controllo della regolarità dei documenti, il secondo tecnico, inerente la resistenza della struttura. Per lo scorso 10 settembre era stata fissata una terza verifica da parte del collaudatore, il quale giorni prima aveva però segnalato la necessità di effettuare alcune opere di manutenzione, relative in particolare al giunto tecnico di collegamento tra la struttura in cemento armato e quella in acciaio, opere da eseguire prima del terzo collaudo stesso. La comunicazione è stata effettuata alla ditta che ha costruito il Ponte del Mare e lo scorso settembre l’impresa Angelo De Cesaris Srl e la stessa Mospeca si sono occupate della manutenzione straordinaria delle parti non coperte dalla vernice che avevano iniziato a mostrare tracce di ruggine. Tra l’altro, come da contratto, l’impresa che ha realizzato il Ponte ha il compito di garantirne la manutenzione costante per ben due anni, senza alcun onere a carico dell’amministrazione comunale. Poi, nel corso della visita del 14 settembre, il collaudatore aveva chiesto la fornitura di alcuni documenti; a fine settembre la visita si è ripetuta, ma ancora il collaudatore ha manifestato la necessità di implementare la documentazione disponibile”.
“Il fallimento della Mospeca” conclude D’Ercole “ci pone un problema: la normativa prevede che, non appena il collaudatore firmerà l’atto di collaudo, lo stesso dovrà essere controfirmato per accettazione dall’impresa capofila dell’Ati, per consentire la chiusura della pratica. Ora, venuta meno la Mospeca, dovremo verificare la possibilità che sia il curatore fallimentare stesso a firmare l’atto o, in alternativa, una delle altre due imprese dell’Ati. Non solo: a questo punto dovremo rivedere anche il capitolo del contratto relativo alla manutenzione del ponte nei due anni successivi alla sua apertura al pubblico. In assenza della Mospeca dovremo verificare se per affrontare le spese dovremo rivalerci sul 10% della polizza fideiussoria versata per i lavori di costruzione del Ponte o se comunque lo stesso onere dovrà essere sopportato dalle altre due imprese per non far ricadere sulla città tali spese”.