L’indagine ha preso il via quando il titolare di un’azienda di Tocco da Casauria ha segnalato alla Polizia postale l’effettuazione di un ordine, via mail, di un grande quantitativo di carne che la sua ditta avrebbe fatto arrivare a un’azienda francese. L’imprenditore di Tocco ha assicurato di non aver mai effettuato quell’ordine per cui ha chiesto alla Polizia postale di risalire al vero autore. Gli investigatori hanno scoperto che l’ordine in questione era arrivato da una casella di posta elettronica aperta con il nome dell’azienda toccolana e che, nel tempo, si erano succeduti diversi contatti ,sia online che telefonici, tra la ditta francese e un soggetto intenzionato a comprare una grossa quantità di carne bovina da immettere sul mercato italiano. Su tutte le mail di contatto erano stati riportati sia il nome che i riferimenti della società, come indirizzo, partita Iva, codice fiscale, telefono e fax. Dall’analisi di tutti i dati e dei tabulati telefonici si è scoperto che la richiesta di merce è partita dalle utenze di un’altra ditta, che ha sede in provincia di Chieti, e lavorava nello stesso settore di quella di Tocco. Si è risaliti così all’autore dei messaggi. L’ordine è stato bloccato e per arrivare a districare la matassa si è passati anche attraverso l’ambasciata francese.