“La società Delfino Pescara ha attribuito un biglietto per ogni amministratore” ha raccontato Di Marco, “assegnando i posti questa volta presso la Tribuna Maiella a ridosso della curva sud, una posizione dalla quale mi era però impossibile seguire il gioco a causa di alcuni problemi alla vista. A quel punto ho cercato un posto più centrale tra le gradinate non occupate, ma all’improvviso si è avvicinato uno steward, identificato con il numero 143, che mi ha invitato ad andare via. Quando ho cercato di spiegargli la problematica, lo stesso steward ha addirittura chiamato i ‘rinforzi’, quattro agenti della Forestale in servizio per la partita i quali mi hanno chiesto di esibire il biglietto per l’incontro, biglietto che, vista la confusione e lo stupore per la situazione, non riuscivo a trovare in tasca”. È stato a questo punto che il consigliere ha spiegato agli agenti dell’esistenza dell’articolo 26 del Regolamento comunale, che disciplina l’uso degli impianti sportivi comunali e secondo il quale “il sindaco, il Difensore civico, gli assessori e i consiglieri comunali, muniti dell’apposito tesserino di riconoscimento, per competenza istituzionale, hanno libero accesso all’interno degli impianti sportivi in ogni settore, anche durante qualsiasi manifestazione”.
“Per tutta risposta” ha proseguito Di Marco “lo steward ha risposto che all’interno dello Stadio le disposizioni le danno loro e non i consiglieri comunali, poi ha addirittura chiesto agli agenti della Forestale di accompagnarmi fuori dallo Stadio non potendo esibire il biglietto valido per l’incontro. A quel punto, ancora più sconvolto da quanto stava accadendo, ho chiesto agli agenti della Forestale di verbalizzare quanto previsto nel Regolamento, ma gli stessi agenti hanno dichiarato di poter stilare un verbale solo se avessi opposto resistenza a pubblico ufficiale, invitandomi a lasciare lo Stadio. Fortunatamente sono riuscito in extremis a ritrovare il tagliando per la serata con cui mi era stato assegnato il posto numero 30 in Tribuna, l’ho mostrato agli agenti che in quattro, oltre allo steward, mi hanno scortato sino alla sedia, come se fossi un detenuto in libertà vigilata, guardato a vista dinanzi a centinaia di spettatori che non capivano cosa stesse accadendo. Un’umiliazione senza pari ricevuta sia come uomo sia come pubblico amministratore: è chiaro che l’episodio, al di là della triste vicenda personale, ha lasciato emergere una evidente incongruenza del Regolamento che prevede la libertà di movimento degli amministratori all’interno degli impianti, libertà che viene però impedita da steward che non conoscono quello stesso Regolamento. A questo punto chiedo alla società di convocare un incontro urgente con tutte le parti coinvolte per chiarire la vicenda e scongiurare il ripetersi di simili episodi”.