Sullo sfondo una contrapposizione tra due sigle di appartenenza sindacale: la CoTaPe/Cna, alla quale sono iscritti Di Russo e Francazio, e la CoMeTa/Confartigianato. Di Russo e Francazio riferiscono: “Un anno fa si è creata una scissione all’interno dei 40 concessionari di licenza pescaresi e una esigua minoranza di questi hanno formato, insieme a tassisti di altri comuni, la CoMeTa”. La ragione della protesta risiederebbe in un comportamento scorretto da parte degli aderenti a CoMeta, i quali non rispetterebbero la legge quadro nazionale e le relative norme regionali e comunali, le quali prevedono turnazioni di 8 ore giornaliere, mentre i Cometa raggiungerebbero 12 ore: “la ragione è semplice – spiega Di Russo –, della ventina di tassisti CoMeTa solo sette sono autorizzati dal Comune di Pescara, e non riescono a coprire tutta la città, figuriamoci il circondario, come loro dicono di fare: per questo allungano l’orario, ma è un abusivismo”.
La CoMeTa, di fatti, si definisce come Consorzio Metropolitano Tassisti, rivolgendosi quindi all’intera area metropolitana, oltre che alla città di Pescara. A Francazio e Di Russo è arrivata questa notte, mentre continuavano la loro protesta civile, una lettera da mano anonima: il documento, datato 8/06/2010 è una lettera del Comune in risposta ai sette concessionari CoMeTa, i quali hanno richiesto ‘flessibilità delle ore di esercizio’, giustificando la richiesta con maggiori servizi da fornire a disabili e categorie svantaggiate. In parole povere chiederebbero di autorizzare quello che la CoTaPe denuncia da parecchi mesi come comportamento abusivo. La risposta del Comune è stata secca: la richiesta è nulla e illegittima. Inoltre non è prevista nessun servizio taxi per l’area metropolitana. Risultato: il Comune ha inviato comunicazione a Polizia Municipale e PolFer di verificare e sanzionare eventuali ‘straordinari abusivi’.
“Il direttivo CoTaPe porta avanti questa battaglia tutti i giorni da un anno”, continua Di Russo, “noi siamo arrivati a questo punto perché esasperati da una condizione di lavoro insostenibile: i colleghi CoTaPe che si trovano a lavorare contemporaneamente a questi sette vengono da loro provocati e derisi. Oltre al danno economico, anche le beffe”. Numerosi, a turno, gli altri autisti che portano il loro sostegno presso il banchetto di Piazza Italia. Uno di questi dichiara: “Vogliamo sensibilizzare le istituzioni al problema ma anche denunciare una lentezza burocratica. Il Comune ha dato si una risposta, ma perche ha impiegato tutto questo tempo? Noi siamo autonomi professionisti, ma svolgiamo un servizio pubblico, quindi chi ci rimette è anche l’utenza”.
Ieri sotto la pioggia, oggi il tempo è stato più clemente. La protesta continua anche stanotte: “fin quando qualcuno non viene a darci segnali concreti che qualcosa è stato fatto”, afferma con determinazione Francazio.
Daniele Galli