Pescara. La Corte d’Appello ha condannato la Provincia di Pescara a pagare le somme dovute a Edoardo Barusso, il direttore generale nominato nel 2000 e subito revocato. In primo grado la Provincia era stata già condannata, e ieri la Corte d’Appello ha riformato solo parzialmente il giudizio del Tribunale di Pescara, decurtando alcune mensilità e compensando le spese legali. La sentenza ha condannato la Provincia a corrispondere 1 milione 345mila euro oltre interessi legali e rimborso spese di giudizio per 21 mila euro a Barusso. Sentiti i legali, per evitare di avviare il pagamento della somma prevista, la Provincia ha dato incarico al proprio legale Franco Sabatini, di proporre appello avverso questa sentenza.
“L’importo da versare a Barusso si aggira probabilmente su un milione e 500 mila euro e questo vuol dire – ha dichiarato Guerino Testa – che una parte consistente dell’avanzo dovrà essere destinata a questa voce. Dovendo rinunciare a tale somma considerevole dovremo tagliare gli investimenti e prevediamo anche ritardi nei pagamenti ai creditori. Si tratta di un fardello pesantissimo, una doccia fredda che ci costringerà ad effettuare delle scelte importanti, e da qui in poi i nostri passaggi saranno condizionati da questa vicenda. I cittadini e gli amministratori dei 46 comuni della Provincia devono sapere come stanno le cose e pur non volendo esprimere giudizi sulle scelte effettuate in passato non intendiamo prenderci responsabilità né essere giudicati per le decisioni inopportune e la superficialità di chi ci ha preceduto”. Il presidente non ha espresso giudizi su Barusso: ha detto, anzi, di non avere dubbi sulla sua competenza. Per Testa la notizia arrivata ieri dalla Corte d’Appello “è un’altra tegola ereditata dal passato, oltre alla vicenda dei 66 precari”.
Il contratto di Barusso prevedeva un trattamento economico di 300 milioni di vecchie lire all’anno più ulteriori compensi e benefit ma il direttore generale non ha mai lavorato in Provincia. La revoca dell’incarico, infatti, si basava sul fatto che da articoli pubblicati dal “Piccolo” di Trieste, “erano emerse circostanze rilevanti ai fini della valutazione di opportunità della nomina del dottor Barusso a direttore generale”.