Montesilvano. Lo sfogo di una delle persone rimaste coinvolte negli scontri provocati dal ladro albanese in fuga dai carabinieri sulla Vestina. Il suo furgone completamente distrutto lunedì sera: “Sono fortunato per essere vivo, ma non posso lavorare. Sono assassini”.
Roberto Iannelli è vivo per miracolo: contro il suo furgone si è schiantato frontalmente lunedì sera Nikolli Renuar, l’albanese 25enne che aveva appena percorso tutta via Vestina a folle velocità per sfuggire ai carabinieri a bordo di una Mercedes rubata che, poco prima, aveva forzato un posto di blocco tra Pianella e Cappelle sul Tavo, rischiando anche di investire un militare, dopo essere stata segnalata sul posto di uno dei tanti furti in abitazione commessi nell’ultimo mese nel pescarese.
Chilometri e chilometri di corsa sfrenata nella strada affollatissima, speronando numerose autovetture cercando di seminare i militari, che nel frattempo hanno sparato mirando alle gomme della Mercedes. Alla fine Nikolli Renuar ha imboccato contromano la rotatoria davanti al centro commerciale Orione, ad oltre 100 chilometri orari, proprio mentre Roberto Iannelli la percorreva in direzione opposta con il furgoncino della sua ditta impianti di sorveglianza: l’impatto è stato devastante, tanto che la Mercedes è poi rimbalzata contro un albero, segnando la fine dell’inseguimento.
Guardando cosa rimane del furgone, si può dire che Iannelli sia vivo per miracolo, nonostante abbia anche assistito agli ultimi attimi da far west della vicenda, con i militari che hanno sparato in area per fermare il tentativo di fuga a piedi dell’albanese. Ma la sua vita è comunque precipitata, tanto che l’uomo ha sfogato su Facebook tutta la disperazione che lo ha colto: “Sono fortunato per essere vivo”, scrive il libero professionista, “ma adesso sono fermo con la mia attività per le conseguenze dello scontro, non posso lavorare per i traumi e il mio furgone è da buttare”.
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Come non bastasse il calo degli affari, Iannelli ora si trova vittima innocente di un criminale, con l’unica colpa di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato: “La mia azienda è stata colpita dalla crisi come tutte e la situazione è peggiorata negli ultimi 5 anni a tal punto che due anni fa ho dovuto licenziare gli ultimi due operai e adesso sono solo”, scrive ancora sul social media, “mi consolo pensando a come poteva andare e quindi l’essere vivo mi dà coraggio ma la rabbia è tanta”.
Si dice “fortunato, molto fortunato, non tanto per il fatto di essere uscito vivo, quanto perché sono stato sommerso da messaggi e chiamate da parte di tantissime persone che hanno voluto dedicarmi un pensiero”, e trova anche la forza di ringraziare le forze dell’ordine: “I carabinieri sono dei martiri, sono persone eccezionali che a rischio della loro vita e accollandosi responsabilità enormi tentano invano di fronteggiare questi assassini”.
E ci tiene, conscio di aver rischiato la vita, a ribadire il concetto: “Qui non parlo di ladri, sono assassini perché sanno perfettamente che causando incidenti costringono le forze dell’ordine ad abbandonare l’inseguimento e fare soccorso lasciando libera fuga a questa gente”. Anche tra centinaia di commenti postati sul social dopo il suo pensiero (altrettante le condivisioni e migliaia i Like) ricorre chi parla di assassini: “Se non fossero intervenuti così decisi i carabinieri, questo personaggio avrebbe messo sotto un gruppo di ragazzini sempre presenti nei pressi del parco su via Vestina”, ribadisce Roberto Iannelli, così come altri sottolineano con livore: “Pensate se invece di colpite tutte quelle auto avesse colpito persone a piedi e bambini che attraversano la strada. Non è un ladro, è un bastardo assassino”.