Pescara. Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ha incontrato oggi una delegazione della marineria pescarese, protagonista di una protesta e che, dopo un colloquio con il prefetto D’Antuono, ha incontrato il primo cittadino e l’assessore alle Attività Produttive Stefano Cardelli.
“Comprendiamo e condividiamo il disagio della marineria pescarese” ha detto Albore Mascia “che, oltre a dover fare i conti con una normativa europea sempre più restrittiva, si ritrova ora ad affrontare un nuovo periodo di fermo biologico che, così come calibrato, potrebbe solo mettere in ginocchio la categoria. Lunedì in Consiglio comunale la maggioranza di centro-destra proporrà all’Assemblea un ordine del giorno per chiedere il blocco del fermo o, in alternativa, la previsione di un ristoro economico per imprenditori e dipendenti, teso a compensare lo stop forzato. Intanto venerdì a bordo di un peschereccio effettueremo un sopralluogo presso l’imboccatura del porto canale per verificare lo stato dei fondali che, pur disponendo delle necessarie risorse economiche, non siamo riusciti a dragare per il difficile reperimento di una discarica in cui depositare i fanghi”.
Il primo cittadino, insieme ai pescatori, ha discusso i problemi che oggi attanagliano la categoria, a partire dalle ultime direttive europee che li obbligano a utilizzare reti a maglia larga, da 50 centimetri, abolendo le vecchie reti da pesca da 20 centimetri. L’obiettivo sarebbe quello di tutelare le specie ittiche più piccole, impedendo la pesca sottomisura, ma gli stessi pescatori hanno poi lamentato la concorrenza degli operatori croati che, essendo fuori dall’Unione europea, non devono rispettarne le norme e quindi pescano nell’Adriatico, a pochi chilometri dall’Italia, senza alcuna restrizione e senza contare che l’utilizzo delle nuove reti provocherà automaticamente la riduzione del 50% del pescato.
“Ma se pare onestamente difficile” continua “chiedere e ottenere una deroga per l’Abruzzo dall’Europa in merito all’adozione delle nuove reti, al contrario ci pare possibile attivare un’azione politico-amministrativa per differenziare lo svolgimento del fermo biologico che, anche quest’anno, dovrebbe avvenire in piena estate, dal primo agosto al primo settembre, bloccando la disponibilità di pesce dell’Adriatico sul mercato e sulle nostre tavole proprio nel periodo in cui si concentra il maggior numero di presenze turistiche”.