Ma è bene fare un riepilogo per capirsi meglio. Il Commissario straordinario nominato dalla Regione, l’Ing. Caputi (commissario dei 6 Ato) avrebbe intenzione di portare nell’Ato pescarese l’aumento del 30% delle bollette, come presupposto alla riorganizzazione del servizio idrico abruzzese. Nella sua relazione aveva dipinto un quadro impressionante dell’attuale servizio idrico ed in particolare dell’Ato e Aca pescaresi, il tutto verso un unico risultato: gravissime perdite economiche ed inefficienze del servizio. Il Commissario aveva così concluso le sue tesi: “nessuna regolarizzazione del sistema può avvenire senza questo complesso procedimento di revisione che ha come risultato finale la nuova tariffa a fronte di un quadro aggiornato e sostenibile di interventi”.
Cittadini, sindacati ed associazioni non sono affatto pronti ad accettare in modo inerme un aumento che arriverebbe dopo anni trascorsi tra interrogativi e accuse, un aumento giustificato dalla via più facile: la crisi, e manifestano così per bloccare un processo che non deve concludersi.
Quest’oggi si è fatto portavoce di Filctem Cgil il segretario provinciale Domenico Ronca. Ronca, non vuole più sentir parlare di aumenti o dilazionamenti, “i cittadini non possono più farsi carico degli errori di gestione dei servizi, è troppo semplice risolvere aumentando le tariffe e dividendole per i fruitori. L’acqua è un bene non economico, ma lo si sta cercando di tramutare in un bene di lusso”, dice Ronca.
“L’obiettivo prospettato sarebbe quello di fare un’unificazione di tutti gli Ato d’Italia, unanimemente gestiti da un unico ente, facile preda di una successiva privatizzazione. Il Commissario Caputi, il quale critica ferocemente la gestione pubblica, vorrebbe solo far spazio alle multinazionali, anzichè accertare ed indicare le responsabilità politiche e personali di chi ha condotto il servizio idrico allo sfascio. Gli errori gravi compiuti da sindaci e amministratori riuniti nel partito dell’acqua ricadono sui cittadini che subiscono i disservizi e la mala gestione.”, dichiara Renato Di Nicola di Abruzzo Social Forum.
E se si chiedono tagli ai costi di gestione, la Cgil si domanda e chiede dal proprio canto la rendicontazione delle assunzioni in Aca, dove su 200 assunti solo 40 sarebbero i reali addetti alla manutenzione del servizio, il resto farebbe parte di quella folta schiera di dirigenti che provvede ad esternalizzare gli interventi, gravando così ulteriormente in un bilancio già in netto passivo.
Il sindaco di Abbateggio, Antonio Di Marco, non crede affatto a ciò che vuol esser prospettato: “Ci hanno detto che se non si aumentano le tariffe si chiude l’azienda, ma la Regione non può demandare a noi sindaci la responsabilità. Il voto di ognuno di noi non può esser indirizzato a loro uso.”
Maurizio Acerbo, di PRC e Antonio Blasioli, del Pd, entrambi presenti alla manifestazione , ricordano che la necessità più impellente è un piano di razionalizzazione della spesa: “è necessario un tavolo unilaterale di confronto dove si discuta della cosa più urgente da eliminare, ovvero gli sprechi all’interno dell’Ato, considerando che il 40% complessivo dell’acqua viene persa sul nascere”.
Quello che si vuol dimostrare è solo che la privatizzazione non è la risposta più giusta alla cattiva gestione pubblica, e gli esempi sarebbero decine.
I sindaci dell’ATO pescarese presenti in Assemblea hanno alla fine deliberato di rimandare la seduta per la decisione sull’aggiornamento del Piano d’Ambito e della tariffa al prossimo 7 giugno alle 16.00. Un periodo di riflessione, nel quale i sindaci potranno approfondire in linea tecnica i dati dell’aggiornamento del Piano d’Ambito e la crescita di controlli sulla gestione futura e la tutela delle fasce deboli anche attraverso un confronto con le parti sociali.
Il no di Confesercenti
“L’aumento delle tariffe dell’acqua e dei rifiuti rischia di colpire pesantemente la competitività delle imprese pescaresi: gli amministratori si impegnino il più possibile per evitare questo salasso in piena crisi economica”. Ad affermarlo è Gianni Taucci, direttore provinciale di Confesercenti Pescara, intervenendo sulla possibilità di aumento delle tariffe di acqua e rifiuti.
“Le nostre imprese sono già soffocate da una tassazione aggiuntiva fra le più alte in Italia – dice il direttore – a causa di un deficit sanitario che si protrae ormai da anni, e questo riduce considerevolmente il margine di guadagno delle piccole e medie attività. In una fase di stagnazione economica e di consumi che stentano a ripartire, di tutto c’è bisogno tranne che di un aumento delle tariffe di acqua e rifiuti”.
Il commento di Sospiri (Pdl)
“Ancora una volta il Comune di Pescara e la coalizione di centro-destra sono riusciti a bloccare l’aumento delle tariffe dell’acqua prospettata dall’Ato. Soprattutto siamo riusciti a vincolare la questione tariffaria alla presentazione e alla verifica del Piano degli investimenti, Piano che dovrà vedere protagonisti quei territori che da anni soffrono carenze evidenti e non più rinviabili”, commenta il capogruppo Pdl Lorenzo Sospiri in merito all’esito odierno dell’Assemblea dei sindaci dell’Ato. “È necessario un programma con gli investimenti chiaro e realmente operativo”, ha concluso Sospiri.
Monica Coletti