Pescara. “Maravalle oggi non e’ pericoloso. E’ in grado di essere rimesso in liberta’ e proseguire le cure fuori come qualsiasi altro cittadino”. E’ la conclusione della perizia effettuata dallo psichiatra bolognese Renato Ariatti su Massimo Maravalle, il tecnico informatico di 47 anni che la notte tra il 17 e il 18 luglio 2014 a Pescara, in via Petrarca, uccise nel sonno Maxim, il figlio di 5 anni adottato nel 2012.
Le conclusioni di Ariatti, che in passato ha firmato le perizie su Bernardo Provenzano e Annamaria Franzoni, sono state illustrate e discusse oggi davanti al gip Gianluca Sarandrea. Presenti Maravalle, il suo difesore, il pm Andrea Papalia e Marilisa Amorosi, responsabile del Centro di Salute Mentale di Pescara, consulente di parte scelto dalla difesa.
Maravalle, dal dicembre 2014 si trova presso la casa di cura e custodia annessa all’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, in provincia di Caserta. La misura era stata adottata in seguito alla perizia psichiatrica sull’uomo effettuata sempre da Ariatti il quale aveva ha concluso che, la notte del delitto, “Massimo Maravalle versava, per infermita’ in condizioni di totale esclusione della capacita’ di intendere e volere”. In quell’occasione lo psichiatra aveva anche evidenziato che “le condizioni psicopatologiche appaiono migliorate, pur persistendo quote attenuate di pericolosita’ sociale, che richiedono il prosieguo delle cure in condizione di residenzialita’ sulle 24 ore, ad alta intensita” terapeutica oltre custodiale”. L’uomo, quindi, era stato trasferito dal carcere nella clinica di Aversa.
Ora sara’ il gup a decidere sulla custodia di Maravalle. L’udienza si terra’ il 29 ottobre prossimo.