Pescara. Le campane non rientrano tra gli strumenti preferiti dai jazzisti, eppure il campanilismo si è intromesso tra le note del festival jazz appena concluso a L’Aquila e il Pescara Jazz, rivendicato come la più antica kermesse di genere d’Italia.
A suonarla, la campana, è Carlo Masci, ex consigliere regionale ora consigliere comunale a Pescara, fondatore del partito Pescara Futura; pescarese per antonomasia che, di fronte a quella che è stata definita la Woodstock del Jazz, con cento concerti tenuti nello scorso week end nel capoluogo di regione, incensato dalla presenza e dalle parole del ministro alla Cultura Dario Franceschini, ha tenuto a precisare dalla propria pagina Facebook: “Dite a Franceschini che il Festival jazz più antico d’Italia si svolge a Pescara, se vuole fare un grande festival jazz in Abruzzo finanzi quello. Oppure il ministro vuole che da Pescara il Festival jazz si trasferisca a L’Aquila?”.
L'Aquila piena di jazz e di vita. Riporteremo la musica nelle vie del centro storico ogni anno,la prima domenica di settembre #Jazz4LAquila
Posted by Dario Franceschini – pagina ufficiale on Domenica 6 settembre 2015
Nota stonata tra quelle che hanno fatto risuonare, e rivivere, il centro storico aquilano, ancora martoriato dal terremoto e, ancora di più, dalla ricostruzione post-sisma ancora senza effetti concreti. Da più parti sono sorte le polemiche di chi, da un ex membro dell’Emiciclo abruzzese, si aspettava più un plauso che una critica verso un’iniziativa capace di ridare vita a L’Aquila più di tante mosse politico-istituzionali viste finora.
Dalle leggendarie 99 campane aquilane, per ora, non è arrivato il contro-rintocco: a difendere il festival aquilano, invece, si prodiga dalla riva dell’Adriatico l’assessore comunale alla Cultura Giovanni Di Iacovo: “La Città di Pescara apprezza l’iniziativa ministeriale Jazz Italiano all’Aquila che, riunendo i jazzisti italiani, riporta l’attenzione verso il nostro capoluogo martoriato. Tale manifestazione non é un Festival e, per sua natura, non si pone in contrasto alla dimensione internazionale di Pescara Jazz, che peraltro ha pubblicamente dichiarato la sua solidarietà all’evento aquilano,”, ribatte l’assessore pescarese. “Pescara Jazz gode già e da decenni di un ampio finanziamento ministeriale: e da quest’anno (proprio grazie a un decreto del Ministro Franceschini) garantito per un triennio attraverso l’ambizioso Pescara International Art Festival, che include anche l’eccellenza abruzzese nel mondo che é Funambolika”, sottolinea Di Iacovo, “Queste proposte dell’Ente Manifestazioni Pescaresi sono il nostro orgoglio culturale. L’attenzione su Pescara Jazz é condivisa, e dal Comune anche concretamente, ma partendo dalle idee: essere i più antichi d’Italia é un vanto ma, in un’ epoca altamente competitiva, nei progetti culturali é fondamentale la riflessione su un rilancio creativo delle formule, orientando le risorse verso l’innovazione artistica e il coinvolgimento della città”.
In seconda battuta, poi, Masci ha provato a metterci una pezza, sempre sul social newtork: “L’Aquila è storia, arte, bolla celestiniana e tante altre bellissime manifestazioni culturali, Pescara e’ il festival jazz più antico d’Italia. Il Ministro, invece di cercare facile popolarità dicendo cose scontate alla fine di una manifestazione di successo (certamente non l’unica), si preoccupi di finanziare le iniziative storiche di L’Aquila, a cominciare dalla Perdonanza, visto che San Celestino vale San Francesco, ma valorizzi allo stesso tempo il jazz nella città abruzzese dove e’ nato e cresciuto (e dove purtroppo sta soffrendo per mancanza di fondi). Altrimenti, nei prossimi anni avremo la seconda, la terza, la quarta edizione del festival jazz di L’Aquila, mentre rischiamo seriamente di non avere più il festival jazz di Pescara (ad oggi ancora il più antico d’Italia)”.