Pescara. Una lettera indirizzata alla Soprintendenza Belle arti e paesaggio da parte di Provincia, Archeoclub e Comuni limitrofi al Parco della Majella per chiedere di occuparsi del patrimonio culturale dei tholoi (dal greco, tholos-oi, ‘cavità di forma circolare’), le piccole capanne rotonde costruite in pietra anticamente utilizzate come rifugi o magazzini da contadini e pastori e ancora oggi presenti nelle regioni italiane a tradizione agricolo-pastorale.
In Abruzzo i tholoi di più grande rilievo storico si trovano lungo il versante nord-occidentale della Majella e il progetto promosso dall’Archeoclub, presentato questa mattina presso la Sala Figlia di Iorio della Provincia, prevede il recupero di questi siti: nel documento indirizzato alla Soprintendenza si chiede infatti di emettere la dichiarazione d’interesse culturale da parte dei soggetti firmatari, affinché possano occuparsi dei tholoi. A sottoscrivere la lettera: il sindaco di Abbateggio, nonché presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco; il sindaco di Roccamorice, Alessandro D’Ascanio; il sindaco di Lettomanoppello, Giuseppe Esposito; il direttore del Parco Majella, Oremo Di Nino; il presidente dell’Archeoclub Pescara, Giulio De Collibus.
Ha preso parte alla conferenza stampa anche il ricercatore, Edoardo Micati.
“I complessi agricoli ed agro-pastorali in pietra a secco, presenti nella nostra regione, ed in particolare sul versante nord–occidentale della Maiella andrebbero inseriti in un ecomuseo” si legge nella lettera indirizzata alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio.
“Pertanto, sulla scorta della relazione che si allega e dell’ampia documentazione di quanto interesse susciti l’argomento, ai sensi dell’art. 14 del Codice dei Beni Culturali si chiede la dichiarazione di interesse culturale dei complessi individuati nell’allegato elenco e la loro tutela in base all’.art. 10, comma 4, lettera l dello stesso codice”.