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Pescara, no al petrolio in mare: il 20 giugno la manifestazione in tutte le città Adriatiche

Pescara. Un’iniziativa simultanea che coinvolge le associazioni ambientaliste, a difesa del mare dalle estrazioni petrolifere.
Si tratta di #stopseadrilling, la grande manifestazione lanciata da Legambiente in collaborazione con realtà associative di tutta Europa, che prenderà il via in contemporanea su entrambi i versanti dell’Adriatico sabato 20 giugno. A Pescara, l’appuntamento è alle ore 10:30, davanti alla Nave di Cascella.

La mobilitazione è organizzata in occasione della partenza della Goletta Verde, la campagna annuale di Legambiente a tutela del mare, che quest’anno prenderà il largo da Rovigno, in Croazia, dove si terrà un’assemblea internazionale, insieme alla coalizione croata Sos Za Jadran (Sos Adriatico). L’appello in difesa dell’Adriatico è stato già sottoscritto dalle diverse associazioni in Italia e all’estero, per evidenziare il fronte comune contro le estrazioni petrolifere.

Anche a Pescara i comitati, le associazioni e i cittadini si mobiliteranno per dire no alle trivellazioni: l’azione consisterà nel portare in spiaggia un grande striscione con i contorni della scritta “No Oil” insieme a vernici, pennelli e colori, e chiedere ai passanti di lasciare il loro ‘segno’ con una pennellata. Tante le iniziative già confermate su entrambe le sponde dell’Adriatico; in Italia la manifestazione del 20 giugno si svolgerà nelle seguenti regioni:

Friuli, Trieste: i circoli di Trieste e Monfalcone organizzeranno il flash mob: al mattino presso il Bioest, a Parco S.Giovanni; il pomeriggio in Piazza Unità, di fronte al Comune;
Veneto, Venezia: Il circolo Veneto Orientale organizza due appuntamenti: a S.Michele al Tagliamento, presso la Spiaggia di Bibione – Piazzale Zenit, insieme alla Bibione Spiaggia e a Jesolo, in Piazza Mazzini, con Federconsorzi; Rosolina Mare (Rovigo): I circoli di Adria- Delta del Po e di Loreo- Rosolina saranno presenti dalle ore 9.00 alle ore 18.00 presso lo stabilimento balneare Bagni Arcobaleno; Caorle (VE): striscione e flash mob contro le trivellazioni;
Emilia Romagna, Ravenna: dalle ore 9:00 alle ore 21:00 appuntamento presso il Lido di Dante, con tante iniziative su subsidenza e trivellazioni, organizzate da Legambiente;
Marche, Ancona: appuntamento presso la spiaggia di Portonovo, con istituzioni, associazioni e cittadini ed i circoli di Legambiente per flash mob e ‘tuffo collettivo’ contro le trivellazioni;
Abruzzo, Pescara: flashmob contro Ombrina mare, con la Coalizione Italiana Parigi 2015: Mobilitiamoci per il clima, Legambiente Abruzzo, Zona 22 e i comitati locali No Ombrina. Appuntamento alle ore 10.30, presso la Piazza Nave di Cascella;
Puglia, Polignano a Mare: iniziativa a Lama Monachile, insieme ai sindaci e ai comitati che si oppongono alle nuove ricerche di idrocarburi.

In Europa si mobiliteranno i seguenti Paesi:

Croazia, Rovigno: appuntamento con la Coalizione Za Jadran – Sos Adriatico, al porto di Rovigno dove sarà ormeggiata la Goletta Verde, la mattina Flash Mob ed il pomeriggio assemblea internazionale per il lancio del manifesto in difesa dell’Adriatico;
ALBANIA, Vlore: Legambiente Vlore Albania e parte dell Amministrazione delle Aree Protette Vlore, alle ore 11:00 sarano sulla costa di Mar Adriatico (Area di Narte);
MONTENEGRO, Bar: Le associazioni NGO Zid e Green Home organizzeranno il Flash Mob presso la spiaggia di Susanj;
BOSNIA HERZEGOVINA, Neum: Il Diving Club locale organizza un flash mob sulla spiaggia di Neum.

L’azione sarà anche virtuale, sui social network: chi non potrà prendere parte alla manifestazione, può partecipare simbolicamente, fotografandosi con un cartello con la scritta:
No oil #stopseadrilling, condividendo il selfie sui social network, con l’hashtag #stopseadrilling. Un esempio di cartello è disponibile su http://www.legambiente.it/golettaverde-no-oil-stop-sea-drilling.
Già partita la campagna social sui canali facebook e twitter.

L’ABRUZZO TRA PETROLIO E GAS. La petrolizzazione dell’Abruzzo rientra nell’ambito di un più articolato progetto di stoccaggio e coltivazione degli idrocarburi: dalle stime dell’Istituto Governativo Americano per il Petrolio si evince quanto segue: “l’oro nero” abruzzese non può essere trasportato ed utilizzato al suo stato naturale, poiché risulta intriso di zolfo”. Ciò nonostante, diverse società private(per lo più americane) sono interessate a sfruttare i giacimenti, ragion per cui è necessaria la desolforazione del petrolio, ossia la sua prima lavorazione ‘in loco’, possibile grazie a Centri Oli galleggianti, nonchè a piattaforme costruite nel mezzo delle acque. Oltre ad essere deturpante per il paesaggio, la desolforazione comporta l’immissione di sostanze piuttosto inquinanti (es: idrogeno solforato).

Oltre a Ombrina mare, il progetto della Medoilgas Italia Spa che interessa la Costa dei Trabocchi, nella quale si ricercano idracarburi liquidi, non meno pericolosi sono i progetti di ricerca estrattivi di idrocarburi gassosi: un esempio su tutti, molto recente tra l’altro, è stato quello che ha interessato il lago di Bomba: qui, poco prima del 2010, è stato rinvenuto un giacimento di gas naturale e la società interessata al suo sfruttamento era l’americana ‘Forest’, di Denver; si, ‘era’, con il verbo all’imperfetto: perché la Forest Oil Corporation ha dovuto poi fare marcia indietro: l’impegno instancabile dei cittadini (poco meno di 900), dei comitati tecnici e dei Comuni limitrofi è riuscito a produrre un decreto del Consiglio di Stato, emanato lo scorso maggio, nel quale si chiarisce l’insostenibilità ambientale del progetto di estrazione a Bomba; sconfitto il colosso americano, quindi. Si tratta però di una piccola goccia nel mare, di un caso che potrebbe essere isolato, data la carenza di normative concrete sulla tutela del territorio.

La legge regionale n. 32 del 18 dicembre 2009 avente per oggetto ‘Provvedimenti urgenti per la tutela del territorio regionale’, è piuttosto vaga in un paio di punti:
-si riferisce soltanto alla gestione degli idrocarburi liquidi, non a quelli gassosi;
-non è specificato alcun divieto sulle attività di estrazione ed utilizzo di tali risorse, ma si limita a ‘rinviare all’intesa fra Stato e Regione’.