Montesilvano, protocollo con i condomini contro le case del sesso

Montesilvano. Rimane centrale nell’agenda amministrativa del Comune di Montesilvano il tema della prostituzione. Se l’ex sindaco Di Mattia propose i sex-box per ridurre quella di strada, ora Maragno lancia un’intesa “condominiale” per contrastare le case a luci rosse.

Un protocollo di intesa con l’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (Anaci), volto a contrastare il fenomeno della prostituzione in appartamento. È questa la proposta lanciata dall’Amministrazione Maragno, nell’ambito delle iniziative messe in campo contro l’esercizio della prostituzione. Sono soprattutto gli appartamenti del lungomare, d’estate affittati ai turisti, a trasformarsi d’inverno in “appartamenti a luci rosse”, sebbene anche in pieno centro sono stati più volte scoperte case d’appuntamento.

«L’attività di prostituzione, oltre che lungo le strade comunali – ha affermato il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno – viene esercitata anche in appartamento. Abbiamo quindi ritenuto necessario avviare un confronto con le associazioni di amministratori di condominio che potranno lavorare insieme a noi per lo studio e la promozione delle iniziative più adeguate da intraprendere per contrastare l’esercizio della prostituzione. L’idea del protocollo è quella di promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione dei cittadini di Montesilvano riguardanti il fenomeno prostituivo, specificando i problemi in termini di ordine pubblico e di sicurezza urbana, e organizzare incontri con gli amministratori di condominio che operano sul nostro territorio, per sviluppare le proposte avanzate dalla nostra Amministrazione».

La proposta del protocollo si affianca alle altre iniziative dirette al contrasto dell’esercizio della prostituzione intraprese dal Comune di Montesilvano, ovvero l’ordinanza sindacale del 3 dicembre che impone il divieto assoluto su tutto il territorio comunale, per tutti i conducenti e occupanti di mezzi di trasporto che percorrono strade in prossimità di abitazioni, luoghi pubblici o demaniali o aperti al pubblico, di contrattare, concordare o anche solo di chiedere informazioni a persone dedite all’offerta di prestazioni sessuali o in atteggiamenti comportamentali che manifestino l’intenzione e l’avvio di una collaborazione con un’associazione che svolge attività di emersione del fenomeno e di riabilitazione delle donne ridotte in schiavitù a fini sessuali.

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