Pescara. La qualita’ delle acque di balneazione abruzzesi continua a peggiorare. A lanciare l’allarme e’ il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua che ha analizzato i dati della classificazione 2015 operate dalla Giunta regionale abruzzese ai primi di marzo, sulla base dei risultati delle analisi del quadriennio 2011-2014.
La classificazione viene fatta sulla base delle indicazioni dell’Unione Europea contenute nella Direttiva 7/2006/CE che ha chiesto agli Stati Membri di classificare ai fini della balneazione le acque dei singoli tratti di costa in 4 classi di qualita’: eccellente; buona; sufficiente, scarsa. La classificazione ai fini della balneazione tiene conto esclusivamente dell’inquinamento di tipo microbiologico, verificando l’entita’ della presenza di Escherichia coli ed enterococchi. Inoltre, i dati ottenuti nel monitoraggio annuale vengono aggiunti a quegli degli anni precedenti ai fini della classificazione. Nello specifico, il Forum segnala, rispetto alla classificazione dello scorso anno un ulteriore peggioramento, con la classe peggiore (qualita’ scarsa) che passa dal 13,8 per cento del 2013, al 19 per cento del 2014 e al 22 per cento del 2015. Contemporaneamente la classe migliore (eccellente) scende dal 68 per cento del 2013, al 46 per cento del 2014 e al 40 per cento del 2015.
Il Forum ha anche messo a confronti i dati abruzzesi con quelli delle regioni limitrofe “il confronto lascia senza fiato. Nelle altre tre regioni – evidenziano – la stragrande maggioranza dei tratti monitorati e’ nella classe “eccellente” (Emilia 94 per cento, Puglia 99 per cento e Marche 85 per cento) mentre in Abruzzo rientra in questa categoria meno della meta’ dei punti di monitoraggio (il 40 per cento). La categoria “scarsa”, che equivale al divieto di balneazione, in Abruzzo e’ al 22 per cento, mentre e’ all’1 per cento in Emilia, vicina allo zero in Puglia e il 6,5 per cento nelle Marche”. Il Forum chiede, quindi, ” di concentrare le poche risorse disponibili nelle infrastrutture alle attivita’ di bonifica, disinquinamento del territorio. Basta nuove grandi strade, megaporti e nuove ed inutili grandi opere, apriamo i cantieri di depuratori, fitodepuratori, rinaturalizzazione delle sponde ricreando fasce di vegetazione ripariale degne di questo nome e creiamo lavoro per far tornare bello il nostro Abruzzo”.
Gli ambientalisti chiedono poi di “fermare le nuove captazioni sui fiumi che diminuendo le portate abbattono la loro capacita’ di auto-depurazione e di pubblicizzare i risultati dei controlli svolti sui depuratori da province ed Arta”. Infine, ritengono necessario “accertare le responsabilita’ degli amministratori delle societa’ di gestione che si sono succeduti negli anni della gestione fallimentare delle societa’ di gestione del servizio idrico integrato; promuovere una partecipazione ampia della societa’ abruzzese nella definizione degli strumenti di gestione come i Piani d’Ambito (dove si decidono gli investimenti) e il Piano di Tutela delle Acque (dove si determinano le regole)”.