Pescara. Quasi 700 euro all’anno, per oltre dieci anni, pagati dai commercianti pescaresi per l’esposizione delle insegne dei negozi, ma secondo il M5S avrebbero dovuto pagare solo 75 euro. E dopo la denuncia dei grillini, anche l’assessore Cuzzi vuole abolire la “tassa sulla non-pubblicità”.
Un’errata interpretazione del regolamento Cosap e la tassa di soprassuolo che deve essere destinata esclusivamente a cartelloni e mezzi pubblicitari, sarebbe stata applicata fin dal 1998 anche alle insegne d’esercizio, che secondo il regolamento sulla pubblicità non sono invece considerate pubblicitarie. “Gli uffici comunali per prassi consolidata chiedono un’istanza di occupazione del suolo pubblico permanente anche alle insegne d’esercizio”, afferma la capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale, Enrica Sabatini, “ovvero quelle insegne che si limitano ad indicare l’attività commerciale svolta e che in quanto tali non dovrebbero prevedere alcuna imposta pubblicitaria, né alcun canone per l’occupazione di spazi pubblici che è destinato esclusivamente a specifici cartelloni o altri mezzi pubblicitari”. La denuncia e la relativa proposta del M5S arriva in seguito ad una scoperta che i pentastellati hanno fatto confrontando il regolamento sulla pubblicità con quello per il Canone occupazione di spazi ed aree pubbliche (Cosap) in merito proprio alle imposte applicate alle insegne d’esercizio: “I cartelloni e gli altri mezzi pubblicitari che devono essere soggetti a canone per l’occupazione di spazi pubblici”, afferma l’architetto Giampiero Lettere, consulente ed attivista grillino, “vengono definiti dal Piano generale degli impianti pubblicitari e le insegne d’esercizio non sono considerate all’interno di quest’ultimo, come si evince dall’art 47 comma 1 del suddetto Piano, quindi non devono essere soggette a canone”.
“L’inghippo” sarebbe infatti legato al fatto che le insegne d’esercizio sono state tassate per anni anche se considerate non pubblicitarie dal regolamento della Pubblicità ed anche se non incluse nel Piano generale degli impianti pubblicitari in cui vengono indicati gli specifici cartelloni e mezzi pubblicitari sottoposti alla tassa di occupazione. Nella realtà però il Comune, secondo i pentastellati, per un’errata interpretazione dell’articolo 19 del Cosap, richiede l’istruttoria di occupazione del suolo pubblico permanente anche per le insegne d’esercizio ed obbliga così il cittadino a pagare 110 euro, 7 Marche da bollo da 16 euro, 200 euro di registrazione del contatto all’agenzia delle entrate ovvero un totale di 675 euro quando invece, secondo i consiglieri m5s, dovrebbe essere richiesto solo un costo di 75 euro per la pratica edilizia CIAEL tra diritti di istruttoria e segreteria.
“Dopo la tassa sull’ombra”, hanno affermato oggi in conferenza stampa le consigliere comunali Sabatini e Alessandrini, “siamo di fronte ad un’imposta sulla non-pubblicità”. Ecco, dunque, la proposta per eliminare la gabella ingiusta: “Integrare l’articolo 19 del regolamento Cosap con una specifica esclusione per le insegne d’esercizio così come indicato nel regolamento sull’imposta pubblicitaria”. Una proposta accolta favorevolmente anche dall’assessore al Commercio Giacomo Cuzzi: “L’abolizione del pagamento del canone per l’occupazione di suolo pubblico per l’insegna di esercizio non è una novità per noi”, precisa in una nota, “questo obiettivo ci appartiene dalla campagna elettorale e presto diventerà proposta di modifica del regolamento che verrà contenuta da una delibera pronta per la Giunta e che contiamo di portare in Consiglio nelle prossime settimane”.
“Personalmente ho dato mandato già da diverse settimane agli uffici di predisporre la modifica dell’attuale Regolamento Cosap”, conclude Cuzzi, “integrando l’articolo 24 relativo alle esenzioni con un nuovo punto riguardante le esenzioni per insegna di esercizio”.