Pescara. Ben 36 milioni di euro destinati alle casse del Comune andati persi come crediti inesigibili. Ad esigerli doveva essere la Soget, società che gestisce la riscossione dei tributi per conto del Comune dal 2002. Tra i dubbi sull’affidamento del servizio e quelli sui “favori” offerti a esponenti politici, la procura indaga e perquisisce le sedi della società. Intanto il M5S chiede lumi sul bando prorogato dall’amministrazione Alessandrini.
La Procura di Pescara allarga l’indagine sui 36 milioni di euro di crediti inesigibili, la montagna di denaro che il Comune non potrà più riscuotere. Più che capire se effettivamente la riscossione non potrà più avvenire, togliendo alle casse in rosso ossigeno prezioso, le indagini stanno appurando perché la società pugliese Soget, che dal 2002 ha in appalto la gestione dei tributi dei cittadini pescaresi, ha avuto le mani così larghe. Negli ultimi giorni sono state effettuate perquisizioni e sequestri negli uffici Soget di via Venezia e nella sede centrale di Taranto, prelevando cumuli di faldoni con documenti e dati dall’ufficio del presidente Gaetano Monaco, a cui il pm Varone contesta il reato di truffa ai danni dello Stato “Per aver disposto o avallato», come riporta il quotidiano Il Centro, “pretestuose dichiarazioni di inesigibilità del credito presentate al Comune di Pescara con conseguente ingiusto profitto patrimoniale per la Soget Spa e danno per il Comune”.
Al Comune, nella persona del sindaco Alessandrini, chiedono invece conto gli esponenti del Movimento 5 Stelle, che hanno presentato un’interrogazione scritta e urgente per avere lumi sul mandato affidato da 13 anni alla Soget. “Parrebbe, visto che non ci fanno vedere le carte, che la Soget lavori per Pescara in regime di prorogatio, dopo la scadenza del precedente contratto”, afferma il consigliere regionale Domenico Pettinari, “ma perché alla scadenza naturale del bando non è stato interrotto ogni rapporto visti i precedenti?”.
Il riferimento è quanto avvenuto a Salerno, dove da un anno la stessa società diretta da Monaco è nel mirino della Procura: “Quando una pubblica amministrazione dichiara e attesta le irregolarità di una società con la quale hanno rapporti, anche altre amministrazioni possono revocare ogni contratto: a Pescara, invece”, conclude Pettinari, “i rapporti sono stati prorogati”.