L’Aquila. Una vicenda estremamente grave”. Queste le parole dell’avvocato di famiglia Emilio Bafile davanti alla villa dell’Urologo Carlo Vicentini che avrebbe ucciso moglie e due figli.
“Era un professionista straordinario – ricorda il legale – ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ovviamente, la sofferenza è arrivata all’estremo e ha maturato questa idea”.
“Ci avevo parlato qualche giorno fa – aggiunge – anche in quell’occasione si è confermato una persona di livello, di tanti interessi. Una persona di spicco, ma le condizioni del figlio hanno pesato molto sulla sua esistenza”.
L’uomo avrebbe lasciato un biglietto, composto da pensieri farneticanti. Questo lascerebbe intendere che il medico, dopo il pensionamento, depresso e introverso secondo molti per le gravi condizioni di salute del figlio, non avrebbe premeditato la strage. Ma le indagini proseguono. A tale proposito il noto urologo avrebbe sparato ai suoi familiari mentre erano al letto: il figlio disabile è stato ritrovato sotto le coperte, la figlia, che evidentemente ha tentato di nascondersi, è stato ritrovata sotto al letto e la moglie, invece, nel corridoio nel disperato tentativo di mettersi in salvo. Il medico si sarebbe tolto la vita nella sua stanza.
“Non ci sono parole per descrivere il dramma senza proporzioni che ha investito la famiglia Vicentini. Il professore, duro e severo ma imparziale, grande professionista, ha lasciato – e non solo in me – importanti insegnamenti come il valore del merito, l’importanza del rispetto nei confronti delle istituzioni e l’importanza della formazione. Il nostro rapporto è cambiato profondamente quando, da studente, sono entrato nel mondo della professione ma quel rispetto che qualunque allievo deve al proprio professore non è mai venuto meno da parte mia, nonostante la nostra sia diventata un’autentica amicizia andata avanti per anni. Con Carlo non è mai mancato il confronto su tanti temi, non solo quello della sanità, mi ha letteralmente accolto in casa facendomi conoscere tutta la famiglia e in tante occasioni abbiamo affrontato questioni a cui era sensibile – dalla sua Tempera agli ospedali, di L’Aquila e Teramo, dall’Università alla caccia, dalla ricostruzione agli ambiti sociali – che mi sottoponeva soprattutto dopo il mio ingresso nelle istituzioni. Il professore ha dedicato la sua vita ai figli. È una tragedia senza fine che lascia davvero colpiti e addolorati. Chiunque lo abbia conosciuto non può non custodire un ricordo di positivo apprezzamento, nonostante il suo carattere spesso spigoloso. Non dimenticherò mai quell’esame di urologia così difficile da superare che da rappresentante degli studenti mi vide anche confrontarmi animatamente con lui”.
Così il senatore di Fratelli d’Italia, Guido Liris, sulla tragedia avvenuta oggi nella frazione aquilana di Tempera.