C’è una situazione che inizia a preoccupare nella provincia de L’Aquila. Sono stati segnalati dei casi che ribadiscono la necessità di intervenire in poco tempo
La Blu Tongue è arrivata in provincia dell’Aquila. I sospetti avanzati nei giorni scorsi sono stati confermati direttamente dagli esami effettuati all’istituto zooprofilattico di Teramo. “Una situazione molto grave – il commento in una nota della Cia Abruzzo – questa malattia sta procurando diverse perdite di capi, calo della produttività e blocchi alla movimentazione degli animali, con ricadute pesantissime sul comparto ovicaprino“.

La richiesta dell’associazione è quella di un intervento immediato da parte della Regione per cercare i riportare la situazione sotto controllo ed evitare un impatto importante sull’economia abruzzese. Al momento, come precisato dalla stessa Cia, sono sei i casi ufficiali di Tongue, ma il rischio è quello di avere una crescita delle malattie. E per questo motivo l’obiettivo è quello di trovare una soluzione per consentire agli animali di evitare di essere contagiati in modo grave.
Cos’è la Blu Tongue
La Blu Tongue, o lingua blu, è una malattia che riguarda principalmente gli ovini e quindi colpisce animali come pecore, capre e bovini. Solitamente viene trasmessa da insetti vettori, come per esempio moscerini. Non è contagiosa fra gli stessi esemplari e quindi non c’è il rischio di un contagio da esemplare a esemplare.
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Al momento, però, la situazione in provincia dell’Aquila è davvero molto critica. Il rischio di avere dei casi in aumento è molto alto e per questo motivo la richiesta è quella di intervenire in davvero tempi brevi per consentire agli animali di non essere contagiati ed evitare una epidemia che potrebbe davvero avere dei danni importanti sull’economia.

Per adesso i casi registrati sono sei e resi ufficiali dagli esami. Nei prossimi giorni si proverà a capire meglio come si svilupperà la situazione e se ci saranno degli altri contagi. Intanto, però, si continua a chiedere un intervento da parte delle autorità per mettere fine ad una questione che rischia di avere dei problemi non solo sugli animali, ma anche un impatto negativo sull’economia della nostra regione.





