Grazie a Open Data Covid i cittadini e le istituzioni potranno seguire l’evoluzione sul territorio della lotta al contagio e della campagna vaccinale, con dati aggiornati settimana per settimana: test, tamponi, ricoveri, dosi di vaccino somministrate. Uno strumento innovativo e prezioso per chi deve intervenire, magari scoprendo grazie alle mappe interattive che in una certa area della provincia c’è una anomala concentrazione di casi. Il servizio è fruibile anche online direttamente all’indirizzo www.opendatacovid.it o attraverso la piattaforma www.opendatalaquila.it.
Il progetto è nato nell’ambito del Comitato Tecnico Scientifico nominato dal Comune dell’Aquila per l’emergenza Covid 19, è realizzato da GSSI, ASL1-Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Università degli Studi dell’Aquila e Fondazione OpenPolis. Fondamentale l’esperienza del Gran Sasso Science Institute nel campo degli Open Data, sviluppata all’interno del suo Center for Urban Informatics and Modeling (CUIM), che era già stato il principale artefice delle piattaforme web Open Data Ricostruzione, relativa ai dati della ricostruzione post sisma 2009, e Open Data L’Aquila, contenente molti ulteriori dati sul territorio aquilano.
La conferenza stampa di presentazione si è tenuta questa mattina nell’Auditorium del Gran Sasso Science Institute alla presenza del Sindaco del Comune dell’Aquila Pierluigi Biondi, del Rettore GSSI Eugenio Coccia, del Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila Edoardo Alesse, del direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila Alfonso Mascitelli. Per la presentazione del portale sono intervenuti Roberto Aloisio, coordinatore del portale Open Data Covid e professore del GSSI, Leila Fabiani, professoressa dell’Università degli Studi dell’Aquila e presidentessa del Comitato Tecnico Scientifico del progetto di screening epidemiologico attivato dal Comune dell’Aquila e Domenico Pompei, direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL1.
“Come molti altri progetti realizzati all’Aquila negli ultimi anni, anche Open Data Covid è replicabile altrove: l’ennesima dimostrazione che la nostra città è ormai un luogo di sperimentazione”, ha commentato il sindaco Biondi. “Inoltre il nuovo sito risponde all’esigenza di fornire ai cittadini una informazione chiara, univoca e semplice, soprattutto quando è in corso una emergenza”.
Della corretta informazione e della valorizzazione dei dati ha parlato anche il Rettore del GSSI Coccia: “Open Data Covid realizza una delle missioni del Gran Sasso Science Institute: quella di considerare i dati un bene pubblico che va reso usufruibile in modo trasparente ai cittadini, agli operatori sanitari, ai decisori politici”.
E il Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila Alesse ha aggiunto: “Di dati se ne producono tanti, ma spesso sono scarsamente utilizzabili. Per questo da tre anni nel nostro ateneo abbiamo istituito uno specifico corso di laurea in Applied Data Science”.
Due gli insegnamenti di Open Data Covid secondo Alfonso Mascitelli, direttore sanitario della ASL 1 : “Il progetto dimostra quanto sia proficua la collaborazione tra istituzioni del territorio per fornire dati di grande qualità sia ai cittadini che a chi deve studiare l’andamento pandemico. E sottolinea quanto sia importante l’elaborazione dei dati fatta quotidianamente dagli esperti della nostra ASL. Spero che presto il cammino che abbiamo intrapreso sia seguito dalle altre ASL abruzzesi e magari anche da altre Regioni”.
“È la prima volta che in Italia viene pubblicato un paniere di informazioni di così grande dettaglio” spiega Roberto Aloisio, Coordinatore del CUIM e del progetto Open Data Covid, che continua: “La granularità dei dati di Open Data Covid, resi accessibili e disponibili per tutti, permette infatti di conoscere l’andamento progressivo temporale per singolo caso, la distribuzione geografica del contagio ma anche il progredire della campagna vaccinale, le reazioni avverse ai vaccini, i test, i tamponi, i ricoveri ed i decessi sul territorio. Come per le altre applicazioni di Open Data L’Aquila, il minimo comune denominatore è la georeferenziazione, ossia l’attribuzione ai dati dell’informazione relativa alla posizione geografica cui si riferiscono. Grazie ad essa, si possono acquisire le informazioni relative all’andamento della pandemia e alla diffusione di patologie croniche sul territorio provinciale, zona per zona”, conclude.
Le importanti informazioni relative allo sviluppo e al contrasto della pandemia, in Open Data Covid vengono infatti incrociate con le fasce d’età e le patologie croniche degli assistiti della Asl 1, con il risultato di avere a disposizione uno strumento di grande utilità anche ai fini della prevenzione, a partire dalle persone con maggiori fragilità. Navigare e consultare i dati dell’applicazione è facile e intuitivo. Attraverso grafici e immagini infografiche si può conoscere l’andamento temporale e geografico della pandemia. Sulla mappa, inoltre, è possibile avviare un video che mostra la situazione dei contagi, delle vaccinazioni e dei decessi dall’inizio dell’emergenza sanitaria (marzo 2020) ad oggi. I dati, aggiornati settimanalmente, sono pubblicati in forma anonima e il livello di dettaglio della distribuzione territoriale è costruito in modo da salvaguardare la privacy della cittadinanza, in ottemperanza alla vigente normativa.
C’è però anche un “cruscotto ASL” a disposizione esclusivamente delle autorità sanitarie, dove i dati sono in chiaro, per permettere interventi mirati di cura e prevenzione sul territorio.
Open Data Covid costituisce uno strumento di grande utilità non soltanto nell’attuale fase di contrasto all’emergenza sanitaria, ma anche per la prevenzione e il miglioramento del sistema di sanità pubblica.