Il fatto che l’ingegnere e la moglie fossero ancora svegli ha evitato il peggio. “Mia moglie mi ha subito chiamato dicendomi di aver visto dalla finestra delle fiamme – racconta Margani – sono subito corso fuori e con dei secchi d’acqua ho provato a spegnere le fiamme che si stavano propagando sull’auto. Nel frattempo, lei aveva avvertito vigili del fuoco e carabinieri”.
Il rogo fortunatamente è stato spento in pochi minuti e l’auto ha riportato dei danni solo ad uno pneumatico. Resta, però, lo sconforto su un episodio di cui non si riesce a comprendere la motivazione. “Io non ho mai ricevuto minacce o avvisaglie di nessun genere – aggiunge Margani – per questo resto scioccato di fronte ad un episodio che è stato messo in atto non in piena notte, ma mentre stavamo facendo addormentare i bambini e con le luci di casa accese e dunque ben visibili dall’esterno. Non riesco davvero a spiegarmi una cosa del genere e non nego che ci sia una certa preoccupazione”.
Sul caso stanno indagando i carabinieri di Sulmona, che non ricordano episodi simili almeno di recente ad Introdacqua. Vista la gravità del gesto, l’amministratore unico di Cogesa SpA Vincenzo Margiotta esprime solidarietà e vicinanza al coordinatore generale e alla sua famiglia. “Siamo molto vicini a Stefano in questo momento e ai suoi cari – interviene – una cosa del genere ci lascia basiti, ma non inermi, per questo la condanna all’episodio deve essere forte e chiara. Vicinanza e condanna sono due effetti della stessa medaglia in questo caso, che mi sento di esprimere a nome di tutta la famiglia Cogesa e per conto di tutti i dipendenti, nessuno escluso”.
Poco più di due mesi fa, il 24 novembre scorso, cinque mezzi Cogesa erano stati dati alle fiamme in un deposito aziendale, tre dei quali andarono distrutti completamente.