Il boss del Gargano, elemento di spicco della malavita foggiana, e considerato uno dei criminali più pericolosi dall’Interpol, è stato catturato dopo un anno di latitanza ed estradato in Abruzzo, dove sconterà la sua pena, nel carcere de L’Aquila.
Marco Raduano è un nome che ha tenuto banco per anni e continua a farlo in ambito mafioso: si tratta di uno degli elementi di spicco della malavita foggiana, facente parte del clan garganico Lombardi-Scirpoli-Raduano. Soprannominato “Pallone” o “Woolrich”, Raduano è stato inserito nella lista stilata dall’Interpol dei criminali più pericolosi del continente.
Non parliamo dunque di un pesce piccolo, ma di uno dei nomi che letteralmente fanno “tremare i polsi”. Nato a Vieste, in provincia di Foggia, il 41enne boss del Gargano si trova ora nel carcere de L’Aquila sotto regime del 41 bis, il carcere duro per mafiosi e terroristi. Sconterà lì la sua pena dopo essere stato catturato in Corsica.
Raduano nel carcere de L’Aquila: il più grande per il regime 41 bis
Era latitante da quasi un anno, ma grazie a un’azione investigativa che si è avvalsa anche delle confessioni di alcuni pentiti, Marco Raduano è tornato in carcere. Si trovava a Bastia, in Corsica, mentre cenava con una ragazza, e lì gli investigatori lo hanno catturato estradandolo in Italia, precisamente in Abruzzo, dove è stato condotto in modo che sconti la sua pena in regime 41 bis nel carcere di Costarelle.
Nel carcere de L’Aquila fu rinchiuso anche Matteo Messina Denaro, l’ultimo padrino di Cosa Nostra, morto poi per le complicanze di un tumore. Non solo, le celle di quel carcere hanno visto avvicendarsi altri esponenti di organizzazioni criminali organizzate, come Rocco Moretti, il boss dei boss della “Società Foggiana” e Giuseppe Pacilli del clan dei Li Bergolis.
Perché spesso questi individui vengono rinchiusi proprio a L’Aquila? Quello situato in località Costarelle è il carcere di massima sicurezza più grande d’Italia ed ospita attualmente il più alto numero di detenuti in regime di 41 bis. Si tratta, quindi, quasi di una “tappa obbligata” per chiunque appartenga a clan mafiosi.
Raduano è stato protagonista anche di una fuga da film nel febbraio del 2023. Evase, infatti, dal carcere Badu e’ Carros a Nuoro, in Sardegna, arrotolando un lenzuolo usato poi per calarsi da una delle finestre del penitenziario. Il boss deve scontare 20 anni di reclusione per le vicende legate al processo “Neve di Marzo” e una condanna in primo grado all’ergastolo per il maxiprocesso “Omnia Nostra”.