L’Aquila. Dopo il sequestro dell’immobile, il pm titolare dell’inchiesta sul crollo di un balcone in legno in un alloggio antisismico del progetto Case all’Aquila, Roberta D’Avolio, ha iscritto sul registro degli indagati 39 persone.
Nel documento della forestale si fa riferimento alla prima parte delle indagini scattate in seguito al crollo per “difetti di costruzione e utilizzo di materiale scadente” di un balcone in legno a Cese di Preturo.
I soggetti iscritti nel registro degli indagati avrebbero fatto parte, a vario titolo, dell’intera filiera tra enti e società che hanno avuto competenza nella realizzazione di quelle cinque cittadelle del progetto C.a.s.e., il mega insediamento costruito subito il sisma, costato 1 miliardo di euro, costituito da circa 4.500 appartamenti che hanno dato un tetto a oltre 16 mila aquilani rimasti senza casa a seguito del sisma del 6 apile 2009.
Il passo in avanti dell’inchiesta c’è stato dopo l’ennesimo summit tra il procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Fausto Cardella, il sostituto Roberta D’Avolio, il comandante provinciale della forestale dell’Aquila, Nevio Savini, e quello del Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale dello Stato), Antonio Rampini. Al summit era presente anche la Guardia di Finanza, corpo che svolgera’ le indagini con il Cfs dopo l’affidamento delle carte, arrivate da Piacenza, dell’inchiesta della procura del centro lombardo, sulla Safwood, la ditta che ha fornito il legno con cui sono stati realizzati i balconi. Secondo le fiamme gialle piacentine che indagavano sul crac dell’azienda, il materiale è scadente.
Si attende ora la notifica degli avvisi di garanzia in cui si ipotizzano i reati di crollo colposo e frode nelle pubbliche forniture. Si tratta di avvisi “tecnici” per permettere agli indagati di poter nominare consulenti di fiducia, dopo la decisione del Pm di procedere all’incidente probatorio per analizzare in laboratori specialistici il materiale fornito in fase di realizzazzione delle abitazioni provvisorie.