L’Aquila. C’è il ‘marchio doc’ dell’ospedale di L’Aquila sul protocollo per la gestione delle infezioni, previsto a partire dal prossimo anno negli ospedali italiani: pazienti curati a casa anziché in ospedale, ricoveri molto più brevi e risparmi stimati di circa 15.000 euro al mese per le Asl.
Ieri, lunedì 13 ottobre, a Roma, il direttore del servizio Farmacia del San Salvatore, Eugenio Ciacco, alla presenza di oltre 100 specialisti provenienti da tutte le regioni italiane, è stato il relatore di un progetto che, avviato 2 anni fa, muove ormai i primi, concreti passi. L’occasione, per dare ulteriore impulso a un protocollo che salvaguardi l’etica medica verso il paziente, ne migliori la qualità di vita e riduca drasticamente la durate delle degenze e dei costi sanitari, è stato il congresso regionale della Simit (società italiana malattie infettive e tropicali) e dalla Sifo (società italiana farmacisti ospedalieri), dal titolo: “Antimicrobial stewardship in ospedale: la rete per il controllo delle infezioni”, svoltosi appunto ieri nella Capitale. Nel prossimo anno, sull’argomento, si terrà un convegno nazionale.
Sulla base del progetto, promosso dalla Farmacia del San Salvatore in collaborazione con un ristretto numero di presìdi italiani, le regioni che hanno aderito, istituiranno, in ciascun ospedale, un gruppo di lavoro composto da specialisti del settore. L’ospedale aquilano, leader nazionale dell’iniziativa e ovviamente apripista in Abruzzo per le altre Asl, ha precorso i tempi allestendo un gruppo di lavoro che lavorerà in sinergia. Il team, istituito dal direttore sanitario di presidio, dr.ssa Giovanna Micolucci, è composto, tra l’altro, dai medici Eugenio Ciacco (nelle vesti di responsabile della Farmacia ospedaliera), Alessandro Grimaldi (malattie infettive) e Simonetta Santini (laboratorio analisi). Il pool comincerà a lavorare a breve in vista dell’attuazione, già dai primi mesi del prossimo anno, di un obiettivo che costituisce il punto di svolta nella gestione delle infezioni trattate in ospedale.
“Il punto cruciale – dichiara Ciacco – sta nell’individuare subito l’antibiotico giusto per la cura di tutte le infezioni. Il problema è che in Italia, in ospedale, si utilizzano spesso antibiotici resistenti agli agenti patogeni (microbi) o comunque non adatti allo specifico caso, con la conseguenza di dover somministrare terapie aggiuntive che si traducono in ulteriore sofferenza del malato, prolungamento della degenza in ospedale e, fatto non trascurabile, forte lievitazione dei costi sanitari.Qual è la nuova strategia? Passare dalle cure endovena in ospedale (che necessitano dell’assistenza di infermieri) alla terapia a domicilio per via orale (compresse). Il vantaggio è che il malato è a casa, nell’agio dell’ambiente familiare, mentre le degenze si riducono in modo netto, da una media di 10-20 giorni, a poche giornate di ricovero. Il costo giornaliero di una degenza ospedaliera è tra i 700 e gli 800 euro mentre, a casa, la spesa sarebbe appena di 180. Al mese, dunque, le casse di ciascuna Asl, in base al progetto che abbiamo studiato, risparmieranno circa 15.000 euro (circa 3.800 a settimana). Il gruppo di lavoro del S. Salvatore si metterà al lavoro al più presto per codificare il percorso da seguire per scelta di antibiotici. Nei primi mesi del prossimo anno, pertanto, all’Aquila contiamo di poter avviare, probabilmente tra i primi in Italia, le cure a domicilio. Voglio precisare – conclude Ciacco – che il nostro progetto non è assolutamente contro gli specialisti che in ospedale prescrivono antibiotici ma un modo per coinvolgerli al meglio e avere il loro contributo per una migliore gestione delle terapie, in modo da fare un lavoro di squadra”.