L’Aquila. “L’incorporazione in BPER della Cassa di Risparmio dell’Aquila ha portato diverse conseguenze negative sul territorio, in primis la perdita di oltre 60 posti di lavoro, di cui i tre quarti nel solo comune dell’Aquila”.
È l’allarme lanciato da Paolo Sangermano, segretario generale Cisl della provincia dell’Aquila, Umberto Trasatti, segretario Cgil della provincia dell’Aquila e Michele Lombardo, segretario provinciale Uil, che evidenziano come “oltre 45 dipendenti che si sono dimessi, sono stati posti in quiescenza o hanno aderito al Fondo Esuberi di categoria, non sono stati rimpiazzati. Dei 7 lavoratori interinali, presenti alla vigilia della fusione, quattro non sono stati confermati ed altri tre sono stati assunti in Emilia. Altri dipendenti si sono trasferiti fuori regione, mentre sono stati mandati a casa anche due lavoratori di una società di servizi, che svolgevano da anni mansioni da uscieri e che sono attualmente disoccupati”.
Un quadro allarmante, secondo Sangermano, Trasatti e Lombardo visto che circa tre quarti dei posti di lavoro persi riguarderebbe il comune dell’Aquila, in quanto relativi a lavoratori che prestavano servizio nella direzione generale dell’ex Carispaq o nelle filiali cittadine. La sede centrale dell’Aquila, fanno un esempio i tre sindacalisti, sarebbe passata da un organico di circa 40 dipendenti a soli 29 addetti. Al problema occupazionale si somma quello della chiusura delle filiali. “In provincia dell’Aquila – sottolineano Sangermano, Trasatti e Lombardo – sono state chiuse quattro filiali: lo sportello interno nello stabilimento Alenia, la sede di Sulmona, quella di Avezzano e la filiale di Castel di Sangro. Tra i dipendenti ex Carispaq ci sono forti preoccupazioni per il futuro, in quanto l’assenza di nuove assunzioni comporterà ulteriori riduzioni di organico, anche in previsione di probabili ulteriori chiusure di filiale. Preoccupazioni dovute anche al possibile, ventilato, accorpamento della Direzione Territoriale dell’Aquila con quella di Lanciano in un’unica Direzione Territoriale Abruzzo, con possibile conseguente chiusura dei relativi uffici del Capoluogo”.
I sindacati ritengono indispensabile “che la nascente sede della Direzione Territoriale BPER per l’Abruzzo venga individuata all’Aquila, prima di tutto per ragioni politiche ed economiche e in quanto qui è presente anche la Fondazione Carispaq. È inoltre evidente che la mancanza di referenti sul territorio aggraverebbe ulteriormente le problematiche esistenti – aggiungono Sangermano, Trasatti e Lombardo – indebolendo il rapporto con il sistema imprenditoriale locale nella concessione del credito”.
Ultimo dato, quello legato alla ricostruzione: finora l’ex Carispaq ha intermediato somme enormi, rappresentate dall’accredito dei contributi per la ricostruzione. Ciò ha generato giacenze medie molto elevate, nell’ordine di centinaia di milioni, a costo zero. Con il nuovo accordo ABI-Comune dell’Aquila sono stati erogati contributi per 1,5 miliardi di euro, circa il 50% transitati sulla BPER, che ha tratto da questa situazione notevoli benefici di natura patrimoniale. Legata alla ricostruzione c’è poi l’eventualità di una futura convenzione per l’anticipazione dei contributi, con la prospettiva di impieghi consistenti garantiti dallo Stato”.
Nel ribadire la necessità che Bper mantenga la direzione generale all’Aquila Cgil, Cisl e Uil evidenziano, infine, “la funzione che l’ex Carispaq ha sempre avuto sul territorio, di sostegno e appoggio alle realtà imprenditoriali locali, mettendo in campo numerose iniziative in collaborazione con la Fondazione Carispaq. Ruolo, quest’ultimo, che è venuto meno con l’arrivo di Bper”.