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L’Aquila, i lavori ai bagni Madonna Fore finanziati dalla Fondazione Carispaq

L’Aquila. “Era la terza decade di settembre quando, in un comunicato stampa, annunciai che l’amministrazione comunale aveva stabilito di potenziare i servizi sulla zona di Madonna Fore, realizzando l’installazione a terra di lucine contapassi e portando servizi quali i bagni pubblici e l’energia elettrica alla Chiesa come fortemente richiesto dalla Confraternita dell’Addolorata e dai tanti fruitori del luogo”. Lo ha dichiarato l’assessore Alfredo Moroni, rispondendo alle polemiche sollevate da diversi cittadini sul social network facebook.

“Un’operazione possibile grazie al contributo di 35mila euro della Fondazione Carispaq ben conscia – spiega Moroni – che il contributo stesso sarebbe stato utilizzato per l’installazione di una rete paramassi a ridosso del costone che sovrasta la chiesa; per la demolizione dell’attuale bagno e la realizzazione di due nuovi bagni; per  la sistemazione dell’area pic-nic, di recinzione e parapetti e per la realizzazione di una nuova sbarra. I lavori, sono partiti, per l’esattezza il 23 settembre, dopo svariati sopralluoghi e la preparazione del progetto. La localizzazione dei bagni, in particolare, è stata individuata tenendo conto di due fattori, ovvero che devono essere facilmente fruibili perché uno dei due è per disabili e devono essere facilmente raggiungibili dall’autospurgo per svuotare la fossa a tenuta che raccoglie i liquami. L’attuale bagno, peraltro, un bagno non è, bensì un vaso alla turca, installata alla meglio, dove si scarica con un secchio di acqua piovana, senza ricambio d’aria, dove i liquami vanno a dispersione nell’ambiente circostante, privo di ogni requisito igienico-sanitario oltre che poco accessibile, soprattutto da chi ha qualche difficoltà. Se avessimo ampliato ed adeguato quella struttura esistente, peraltro, i bagni sarebbero stati ancora più vicini alla chiesa. Anche pensando di realizzarli di rimpetto a dove sono adesso, avremmo dovuto intaccare ancor di più l’ambiente; sarebbero, infatti, saltate almeno un paio di piante e lo sbancamento sarebbe stato più invasivo oltre al fatto che i bagni sarebbero sorti sotto una scarpata ripida. Realizzando, invece, la struttura attuale, abbiamo sanato una situazione di scarico a cielo aperto e quello si che era uno scempio, dando un punto di appoggio alle centinaia di persone che quotidianamente frequentano l’area. Stiamo peraltro pensando di installarci una cassetta di primo soccorso. Ad oggi certamente quello è un cantiere aperto e può stonare con l’ambiente, ma a fine lavori l’ingresso dei bagni non sarà visibile direttamente, gli stessi avranno tetto in legno, copertura con coppi antichi, finiture tipiche della montagna con pietra e legno, sistemazione in loco di fiori ed essenze di montagna. Si tratta di un intervento per nulla impattante che, sicuramente, verrà apprezzato dalla Città. Un po’ di pazienza, pertanto e il pensiero che presto una delle montagne più care agli aquilani sarà ancora più fruibile; chi pensa, infatti, che si tratti di “cessi” non solo non è rispettoso delle esigenze altrui ma non valuta in maniera adeguata che un intervento del genere, oltre a fornire servizi, non costituisce – conclude l’assessore alle opere pubbliche – una violenza all’ambiente, anzi lo tutela andando ad eliminare la presenza di  quei liquami che lo rendono una latrina a cielo aperto”.