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Droga dominicana: torna libero il pizzaiolo aquilano Cocciolone

L’Aquila. Dopo il coinvolgimento nell’operazione internazionale anti-droga, torna in libertà Luca Cocciolne. Il titolare de La Torretta continua a dichiararsi innocente.

E’ tornato in liberta’, Luca Cocciolone, il titolare della rinomata pizzeria del capoluogo La Torretta finito in manette in quanto coinvolto in un traffico internazionale di stupefacenti. Lo ha annunciato all’Agi, l’avvocato Isidoro Isidori, che insieme ad Antonio Valentini assistono l’imprenditore che fin dall’inizio ha sempre negato ogni addebito, anche il presunto legame con gli altri cinque domenicani (due dei quali residenti all’Aquila) anche loro finiti in manette.

In carcere, restano Luis Carlos Diaz, 29 anni, dominicano, residente all’Aquila, ritenuto l’anima dell’organizzazione, Rocio Primavera Recio Perez, 20enne domiciliata a Brescia, Altagracia Disla Flerida, 49 anni residente all’Aquila, Luis Miguel Gomez Castillo, 37 anni, arrestato in provincia di Avellino e Juan Bautista Davila Montilla, 45 anni, residente a Roma. L’operazione Chamaquito, ragazzino in lingua dominicana, dal soprannome di uno dei corrieri utilizzati, è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Fabio Picuti mentre gli arresti, due a L’Aquila, sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari Marco Billi.

Droga proveniente nel capoluogo abruzzese dalla droga dalla Repubblica Dominicana all’Aquila, transitando in un bed and breakfast nei pressi della stazione Termini a Roma, dove i corrieri espellavano gli ovuli di droga precedentemente ingeriti per superare le dogane spagnole e italiane. Ripulita e confezionata, poi la sostanza stupefacente ripartiva per la vendita al dettaglio. La “sede operativa” capitolina offriva, inoltre, il vantaggio evidente di essere situata in uno snodo del trasporto pubblico da e per gli aeroporti, consentendo in particolare a Diaz, di utilizzare, per i propri spostamenti, mezzi pubblici, nell’intento di attirare meno l’attenzione.

L’operazione, che ha indagato anche 9 aquilani e un romano, oltre ai 35 dominicani, è stata condotta in stretta collaborazione con altri corpi investigativi tra i quali anche la “Guardia Civil”spagnola.