Lo annunciano in una nota congiunta i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Conapo, Confsal e Usb.
“Sin dai mesi successivi il tragico evento del 6 aprile 2009” spiegano “l’amministrazione ha inviato a L’Aquila qualche decina di colleghi, in missione temporanea, per far fronte agli interventi connessi al sisma, tra cui l’accompagnamento dei cittadini nelle abitazioni inagibili per sgomberi e recupero dei beni. Tale contingente è andato via via riducendosi tanto che, il 30 giugno scorso, molti vigili del fuoco hanno ripreso servizio nei comandi di appartenenza, lontano dall’Aquila. Fatto che, come si sono accorti molti aquilani, nelle ultime settimane ha paralizzato l’attività della Sala crisi provinciale che fatica ad evadere le richieste dei cittadini. Tra non molto, anche i pochi colleghi rimasti a L’Aquila per questo tipo di attività dovranno far rientro nelle sedi di appartenenza, con la conseguente chiusura della Sala crisi provinciale e l’impossibilità per il comando aquilano di far fronte alle richieste dei cittadini terremotati. Abbiamo chiesto più volte la proroga delle missioni temporanee in attesa di un provvedimento organico teso a potenziare definitivamente il comando dei Vigili del fuoco dell’Aquila in modo tale da permetterci di fornire alla popolazione un servizio di soccorso e sicurezza adeguati per il futuro. Appelli che, nostro malgrado, sono rimasti inascoltati nonostante nelle precedenti emergenze, per calamità di portata infinitamente inferiore rispetto a quella aquilana, il Dipartimento ha provveduto a fornire uomini, mezzi e nuove sedi di servizio senza battere ciglio. Ci rendiamo perfettamente conto che la situazione congiunturale del Paese non permette elargizioni a pioggia, e infatti non è questo che chiediamo. Così come siamo coscienti del fatto che la nuova emergenza determinatasi in Emilia non abbia affatto aiutato. Ma qui a L’Aquila, finora, non si provveduto nemmeno a garantire il minimo sindacale per permettere agli operatori del soccorso pubblico di garantire gli standard minimi di sicurezza alla popolazione. Con la conseguenza che ad oggi, l’organico in forza al locale comando, è lo stesso di quello che operava a L’Aquila e provincia prima del terremoto”.