L’Aquila. “Apprendiamo dai social che, alcuni giorni fa, sarebbe stato impedito l’accesso nell’area giochi posta all’interno di un centro commerciale aquilano ad un bambino autistico, perché ritenuto ‘malato’.
Se confermato, si tratterebbe dell’ennesimo atto risultante da insufficienti politiche di informazione e sensibilizzazione”.
E’ la denuncia fatta in una nota di Chiara Mancinelli, referente provinciale dell’Aquila dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, presieduto da Elisabetta Aldrovandi.
“Se quanto appreso dai social rispondesse a verità, ci troveremmo davanti all’ennesima forma di pregiudizio che favorisce lo stigma sociale rispetto al disturbo: considerando che uno dei sintomi più comuni dell’autismo è la difficoltà nell’interazione sociale, appare chiara l’importanza che riveste il non inibire gli stimoli, ovviamente sotto la supervisione di un caregiver di supporto al comportamento del bambino – spiega ancora Mancinelli che accusa i ritardi della regione nel recepimento della legge nazionale:
“Ci troviamo purtroppo davanti al risultato di una a nostro avviso tardiva ricezione della Legge Nazionale 134/2015, la cui disciplina attuativa – ricomprendente anche attività di informazione e sensibilizzazione sociale – è stata purtroppo approvata dalla Regione Abruzzo solo pochi giorni fa, e le cui linee di indirizzo – come da dichiarazioni dell’assessore regionale competente, sarebbero state concordate addirittura nel 2014.
E’ evidente che ci troviamo davanti ad una realtà sociale inconsapevolmente distante dal problema, a causa di politiche attuative probabilmente insufficienti e tardive” continua la Mancinelli. Nella nota, Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, sottolinea che “l’autismo non è una malattia: è necessario informare e sensibilizzare sull’argomento, in modo da evitare errate percezioni del disturbo ed una loro dannosa strumentalizzazione. Al bambino ed alla sua famiglia va la nostra solidarietà”.